Empoli, siamo tutti Valdifiori
Adesso siamo tutti Valdifiori ma era il 2003 che in una partita tra Cesena ed Empoli, categoria allievi, giocava un giovanissimo Mirko Valdifiori: figlio d'arte (suo padre allenatore del Castel Rigone), il giovane centrocampista mostrò intelligenza tattica e un gran bel piede destro, sebbene stilisticamente non riempisse troppo l'occhio.
Non era affatto la stella di quella squadra allievi del Cesena dove giocava un certo Nicola Pozzi, centravanti oggetto del desiderio di molti club tra i quali lo stesso Empoli.
Successivamente Pozzi fu acquistato dal Milan e in seguito è finito proprio ad Empoli per rilanciarsi.
Durante quel tempo Mirko invece "si faceva le ossa" tra le categorie inferiori, fino ad essere considerato a tutti gli effetti un buon "giocatore di categoria".
E in questo il merito dell'Empoli è stato senz'altro di puntare su questo centrocampista, sicuramente affidabile per la serie B.
Così Valdifiori, inserito in un contesto organizzato quale quello di mister Sarri, ha giocato ed offerto un rendimento costante, contribuendo alla promozione.
Senza quella promozione difficilmente sarebbe approdato nella massima serie.
Valdifiori ha avuto il merito indubbio di non sedersi, continuando a migliorarsi e cogliendo l'occasione quando si è materializzata.
Nell'ultimo turno di serie A, su 249 giocatori scesi in campo ben 146 erano stranieri; il 59%.
Per un Valdifiori che riesce ad affermarsi molti, troppi calciatori rimangono impantanati nelle serie minori.
Serve fiducia, pazienza e competenza affinché altri buoni giocatori possano un giorno emergere, solo allora potremo davvero dirci " tutti Valdifiori".