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    Empoli: a Milano senza paura, in fondo non c’è niente da perdere…

    Empoli: a Milano senza paura, in fondo non c’è niente da perdere…

    • Carlo Alberto Pazienza
    È una di quelle frasi fatte che in contesti di questo tipo si sente rammentare spesso. Però è la verità e di fatto è l’unica cosa a cui può appellarsi l’Empoli, che lunedì sera chiuderà la trentesima giornata sul campo dell’Inter capolista. I 51 punti di differenza raccontano sufficientemente bene la differenza tra le due squadre, in una stagione dove gli azzurri non hanno mai trovato la quadra, mentre i nerazzurri hanno dimostrato sin da subito di avere qualcosa in più. Anzi, sono cresciuti giornata dopo giornata, riuscendo a guadagnare uno spaventoso margine di 16 punti dalla seconda in classifica con ancora 9 partite da giocare. Insomma Inter-Empoli è una partita sulla carta senza storia, ma in fondo è giusto che sia così. Anche perchè, ed ecco l’occasione per proporre un’altra ovvietà, non è contro questi avversari che l’Empoli deve fare punti per provare a compiere il miracolo salvezza. Seppur banale, questo assunto è vero fino a un certo punto, perché in una stagione diciamo “standard” capita sempre di tirare fuori dal cilindro una magia, da intendersi cioè come uno (o anche due) risultati a sorpresa contro avversari più forti e quotati. Per informazioni chiedere ad Andreazzoli, che due anni fa riuscì a battere il Napoli andate e ritorno, oltre che Fiorentina e Atalanta; non fu da meno Paolo Zanetti l’anno scorso, capace di battere l’Inter a domicilio la Juventus in casa con un memorabile 4-1. Sembra di parlare di fasti antichi, ma tutto questo è successo negli ultimi 24 mesi e con i due allenatori che hanno guidato gli azzurri pure in questa più sofferta stagione. 

    Una doppia gestione che ha portato poco in termini di punti, 13, ma 6 dei quali ottenuti in gare considerate fuori portata: Fiorentina e Napoli, entrambe in trasferta. Quel momento sembrava il preludio a una rimonta da film con Andreazzoli condottiero: la storia però è andata diversamente. Il morale della favola è che l’Empoli ha nel dna la capacità di compiere imprese stratosferiche e oggi alla guida degli azzurri c’è l’uomo dei miracoli, colui che sembra “incapace” di fallire gli obiettivi che gli vengono stati chieste dalle società in cui presta le sue competenze. Non vogliamo certo portare male al buon Nicola, che da solo ha già praticamente ottenuto quando fatto dai suoi predecessori in metà delle partite, ma stavolta è davvero dura, perché la squadra ha dimostrato di avere grossi limiti e importanti deficit. Il calendario è tosto, tostissimo, tanto da mettere di fronte all’Empoli la capolista proprio al rientro dopo la sosta, proprio dopo un momento in cui il tecnico ha potuto lavorare per migliorare certi meccanismi e magari recuperare qualche infortunato. A Empoli però non sono abituati a darsi degli alibi, piuttosto a lavorare sodo e sorprendere tutti. E sarà così che la società azzurra chiuderà la stagione, dando tutto per raggiungere un obiettivo complicato ma che resta ancora alla portata, matematica e tecnica, del gruppo di Nicola.
     

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