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Ecco i veri campioni di Guardiola
Sulla rispettabilità e sull'affidamento per l'uomo Guardiola, personalmente, non ho mai avuto dubbi. Ho avuto modo di conoscerlo e di frequentarlo nel corso delle sue stagioni italiane. In particolare a Brescia, che è diventata la sua seconda città, e sul campo di quella squadra del presidente Corioni, allenata da Carletto Mazzone e impreziosita dalla presenza di Roberto Baggio. Tre persone che, oltre ad essere personaggi sportivi, si sono mostrate sempre esemplari per la loro vocazione verso il sociale. Non a caso Guardiola divenne loro buon amico, oltreché dipendente e collega.
Oggi, attraverso l'aiuto di un video che sta facendo il giro del mondo e che ciascun frequentatore della rete avrebbe il dovere di guardare e di pubblicizzare adeguatamente, è possibile scoprire che la squadra più bella e più amata da Guardiola non è il Manchester City dei tanto conclamati Aguero, de Bruyne e Sterling ma quella formata da autentici campioni di vita dai cognomi inequivocabilmente catalani come Hector, Elissen e Manueli. Tutti ragazzi giovani come quelli che danno spettacolo sulla pista del circo calcistico, ma con la differenza che loro rischiano la vita tutti i giorni a titolo di semplice volontariato. Guardiola è il capitano di questa squadra speciale che si chiama "Open arms" e che per sua stessa ammissione è la più bella e forte del mondo.
Sopra battelli attrezzati per il soccorso in mare, la task force umnitaria catalana pattuglia quotidianamente le coste che si affacciano sul mare della Grecia e della Libia e interviene ogniqualvolta entra in contatto visivo con uno dei tanti barconi della disperazione sui quali uomini, donne e bambini in fuga dalla morte tentano di raggiungere un luogo di presunta salvezza e libertà. Puntualmente sopra uno di questi salvagente a motore ci sta Pep Guardiola, il quale nei giorni scorsi ha filmato gli interventi dei suoi ragazzi per farne un video, drammatico ma anche pieno d'amore, da inviare in tutto il mondo. Un'organizzazione umanitaria, quella della quale fa parte il tecnico dal cuore d'oro, assolutamente non profit, che si regge economicamente in piedi solamente grazie agli aiuti di privati e benefattori perché nessun governo dà loro un solo euro. Il resto è calcio miliardario.