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La valanga Trump sugli USA: tempi bui
Mi auguro di sbagliare, insieme con tanti altri commentatori politici sorpresi dall'esito delle elezioni americane, ma prevedo giorni bui per l'umanità. Non subito, ovviamente, perché ciascun evento e anche quello più negativo necessita di decantare e di cementarsi prima di produrre ogni tipo di effetto. Ma il pessimismo, in questo caso, è figlio di una precisa analisi socio-politica che non riguarda solamente gli Stati Uniti dì America. Chiunque abbia avuto modo di leggere con un minimo di attenzione i libri di Storia riferiti all’epoca moderna è in grado di capire che politicamente ed economicamente il mondo intero ha intrapreso una via senza ritorno. L’Europa è in picchiata da decadenza. L’Oriente sta aggredendo, per il momento con strumenti pacifici, tutto ciò che gli viene a portata di mano. L’Africa, contesa dai Potenti della terra e dalle bande dei Califfi, è un continente che si sta svuotando. Cresce in ogni angolo del mondo una feroce voglia di populismo.
E’ proprio questa la parola chiave per interpretare il teorema del futuro: populismo. Quello che Trump ha saputo cavalcare con estrema abilità dopo aver capito dove tirava il vento. Nelle nostre società contemporanee tante e troppe cose sono cambiate. La classe media, quella che veniva definita borghesia (l’autrice della unica e vera rivoluzione popolare della stira come quella francese), è in fase di rapida estinzione. La classe operaia, intesa come quella degli anni della rivoluzione industriale, è scomparsa. Cresce, al contrario, la classe dell’indigenza e della disperazione mentre si allarga la forbice con quella dei ricchi sempre più ricchi. Non è la prima volta che accade nei secoli. Ed è proprio la Storia a dirci che situazioni del genere producono quel nefasto populismo che a sua volta origina fatalmente movimenti di destra estrema il cui destino è alla fine quello di affidarsi ad un uomo solo al comando. Leggi dittatura. Fu così che, dopo il crollo della Repubblica di Weimar, nacque il nazismo e Hitler ebbe campo libero per la sua folle rincorsa verso il potere.
In questo momento esulta l’America dei guerrafondai, della sanità a pagamento, degli anti ispanici e dei razzisti, di quelli con la pistola sempre in tasca e purtroppo anche quella di una classe operaia silenziosa e muta perché tradita per miopia da chi avrebbe dovuto sostenerla. E’ significativo, del resto, quel che è accaduto immediatamente dopo l’annuncio che Trump era il nuovo presidente. Il governatore del Nebraska, Stato storicamente democratico e passato ai repubblicani, si è affrettato a reintrodurre la pena di morte.
Vorrei sbagliare, nuovamente, ma ho il sospetto che Nostradamus, Malachia e tutti gli altri veggenti menagramo della Storia non avessero poi così torto.