Ex Arsenal, Eboué shock: 'Ho pensato al suicidio, salvo solo grazie alla mia famiglia'
Non solo aneddoti felici purtroppo, Eboué deve scontare una squalifica di un anno e questo lo ha fatto cadere in depressione: "Ci sono molti giorni in cui non mi sento di uscire dal letto. Un giorno ho anche meditato il suicidio, ma la mia famiglia mi dà forza, devo pensare a loro quando sono da solo, mi spaventa pensare cosa avrei potuto fare se fossi da solo. Ci sono momenti in cui sto nella mia stanza e non esco, mi chiudo dentro per uno-due giorni e penso. Passo un sacco di tempo a leggere la Bibbia e penso 'Cosa sto facendo? Non fa bene alla mia famiglia'. Mio figlio Mathis ha sette anni e gioca nell'academy dell'Arsenal, ogni volta che ci vado la gente mi chiede come sto e questo peggiora le cose, dover spiegare ogni volta la situazione mi fa sentire sempre più depresso. E' il punto più basso della mia carriera".
La situazione poi si è ulteriormente aggravata lo scorso ottobre con due lutti: Eboué ha perso il nonno Amadou Bertin per cancro alla prostata e il fratello N'Dri Serge per un incidente in moto. Importante il supporto della moglie Aurélie: "Lei è sempre di grande sostegno per me, e non è facile per lei. E' dura vivere con me".
Un po' di rammarico per il rapporto con l'ex compagno Kolo Touré: "Quando era lui ad avere la squalifica gli parlavo sempre. So che ha avuto qualche difficoltà al Celtic e capisco perché non si sia messo in contatto con me. Non dirò nulla di male, lui e gli altri (Drogba e Romaric che hanno mandato messaggi di supporto, ndr) sono come fratelli per me. Ovviamente però sono deluso, pensavo che la nostra amicizia fosse più forte, gli amici si vedono nei momenti difficili. Ma è la vita".