Redazione Calciomercato
EasyOne a CM: 'Allegri farà rivincere la Juve, ma gli servono due colpi di mercato a centrocampo'
Partiamo dal nuovo disco. Arriva a 6 anni di distanza da "Stessa Pelle". Cosa dobbiamo aspettarci dopo tutto questo tempo di attesa? Che disco sarà?
"Intanto mi hai fatto ricordare quanto ci metto a fare un disco e la cosa mi fa paura. A scrivere e concepire un'idea artistica sono lento ma credo che la musica debba essere fatta per restare nei cuori delle persone il più a lungo possibile. Questo disco è un nuovo 'pezzo di me': se prima nelle mie parole c'erano EasyOne e Bruno (il suo nome all'anagrafe, ndr) contemporaneamente, ora forse c'è solo il secondo. Sarà un disco con sonorità che vanno dal rap crudissimo di New York al levare di Kingston, fino ad arrivare ad atmosfere cupe e introspettive. Nei testi racconto cose che forse non avevo avuto mai il coraggio di dire ad alta voce, compreso un brano dedicato a mia mamma che fa commuovere anche me. Poi mi sono circondato di persone, artisti e produttori incredibili che hanno reso il mio disco più bello e completo".
In questi sei anni anche la scena rap italiana è molto cambiata, come ci si colloca e come la valuta chi, come te, viene da una scuola anni '90?
"Se mi avessi fatto questa domanda quando uscì "Stessa Pelle", ti avrei detto: "E' cambiato tutto, mi sento un alieno". Invece oggi ti dico, che per un rapper vecchio e "asciugone" come me è il momento giusto per tirar fuori altra rabbia in rima, perché dopo la pandemia si è tornati per fortuna alla semplicità e alla concretezza, ovvero a fare rime e spaccare il palco: il resto conta poco".
Chi sono i tuoi riferimenti musicali?
"I miei riferimenti sono i cantautori italiani (su tutti De Andrè e Battiato). Inoltre ho sempre amato Celentano, da cui ho rubato alcune cose, sul palco e su disco. Invece con il rap sono nato artisticamente con Krs One e Mad Lion, che faceva reggae su basi rap e quesra contaminazione mi ha sempre fatto impazzire".
Tra i rapper italiani di oggi, chi si distingue veramente dal resto secondo te?
"Amo tanto la scena rap Italiana e ci sono tanti giovani che spaccano, ti faccio alcuni nomi in assoluto: Samir, B4ZE, Tusco, Blnkay. Poi se dovessi elencartene tre con la mia stessa "attitude" terrona ti direi: Ares Adami (anche lui, nel cuore, lo è), Mouri e Clementino".
Qual è il tuo rapporto con il calcio, anche giocato?
"Io amo il calcio, con la nazionale Play2Give per beneficenza. Facciamo un sacco di attività e per questo cerco di tenermi in forma, anche se a 39 anni (Ibra insegna) non è mai facile rincorrere i 20enni. Comunque è lo sport che mi piace di più in assoluto, al secondo posto metto invece lo sci".
So che sei juventino. Come giudichi la stagione bianconera appena conclusa e cosa ti aspetti dalla nuova Juventus in via di costruzione?
"Sto male a parlare di Juve in questo periodo, credimi. Questa Juve avrebbe bisogno di un regista forte e di una mezzala in grado di garantire almeno 15 gol in più a stagione. Senza un centrocampo competitivo è molto difficile vincere. In quella zona nevralgica del campo, tutte le squadre che ambiscono a vincere hanno dei grandi giocatori. In Italia, l'Inter con Brozovic e Barella e il Milan con Kessie e Tonali. Poi, in Europa c'è chi ha dei veri e propri fenomeni: il Real Madrid con Modric e Kroos e il Manchester City con De Bruyne, ad esempio. Comunque credo nella Juve e nel lavoro di Allegri, che è un po' come me nel 2016, quando uscì il mio primo album solista: bravo e tosto ma leggermente spaesato. Non è una questione di aggiornamento, ma di adattamento a un calcio che è cambiato. Ma sono sicuro che, da persona estremamente intelligente quale è, riuscirà a vincere di nuovo".