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È un po' tardi per dire #ceferinout
Il fatto è che quando noi di Calciomercato.com li volevamo tutti #out, fra di loro questi soggetti trovavano sempre un modo per intendersi. In qualche caso si trattava di puro tatticismo, come in questi anni è accaduto fra #ceferinout e #infantinoout. In altri casi è stato scambio politico, come regolarmente e fino a una decina di giorni fa accadeva fra #ceferinout e #ECAout. Ma capitava persino che si realizzassero rapporti da compari di battesimo, come fra #ceferinout e l'ex presidente di #ECAout. E se adesso litigano pure fra compari, per noi nulla cambia. Né capiamo perché mai il solo #ceferinout debba togliersi dalle scatole.
Per di più, e mantenendo l'attenzione sulla realtà italiana, non va dimenticato che dal signor #ceferinout le società della nostra Serie A sono state miracolate. Con 4 posti garantiti nella fase a gironi a partire dalla stagione 2019-20, per effetto dell'ennesimo ridisegno di format assemblato in favore dei più ricchi, e nonostante che il ranking dei nostri club viaggiasse in caduta libera. Una ristrutturazione della competizione che segue una linea peggiorativa già in corso da decenni, nonché ulteriormente aggravata col format che prenderà il via dal 2024. Quanto basta per fare urlare #ceferinout a noi di Calciomercato.com.
Chi invece lo va scrivendo in queste ore, forse, dovrebbe ragionarci un attimo sopra. Perché è giusto stigmatizzare quegli atteggiamenti da bullo di quartiere che in nessun modo possono essere ammessi al leader di un'istituzione importante come l'Uefa. E tuttavia, a parte questo, cosa si può imputare a #ceferinout? Non certo di avere fermato la Superlega, che è andata a schiantarsi contro il muro senza necessità di aiutini. Né di avere portato i suoi club fondatori vicini all'abisso economico-finanziario, poiché sull'orlo del burrone ci si sono portati da soli e sono stati colpiti dalla pandemia come qualsiasi altro club di qualsiasi altro livello. Men che meno #ceferinout può essere incolpato dei modestissimi risultati raggranellati dalle squadre italiane in Champions League, la competizione che d'improvviso è parsa non più soddisfacente alle tre società fondatrici della Superlega. Non è colpa di #ceferinout se l'Inter è stata sbattuta fuori tre volte su tre al primo turno nelle ultime tre edizioni. Non è colpa di #ceferinout se il Milan non mette piede in Champions League dalla stagione 2013-14. Non è colpa di #ceferinout se la Juventus è stata estromessa nelle ultime due edizioni da avversarie abbordabilissime come Lione e Porto. Non è colpa di #ceferinout se nelle ultime due edizioni, su 8 presenze delle italiane, soltanto una (quella dell'Atalanta nella scorsa stagione) si è spinta fino ai quarti di finale. E non è colpa di #ceferinout se l'ultima Champions League vinta da una squadra italiana risale a undici anni fa.
Detto tutto ciò, si continui pure a scrivere #ceferinout fino a che sarà di moda. Che tanto poi arriverà il tempo in cui noi di Calciomercato.com torneremo a scriverlo in solitudine.
@pippoevai