Calcio in lutto: è morto Sven-Goran Eriksson, aveva 76 anni
IL TOUR D'ADDIO - Dopo l'annuncio della malattia e del fatto che gli restasse poco tempo, l'allenatore aveva iniziato a fare una sorta di tour d'addio. Era stato a Genova a rendere omaggio ai tifosi della Sampdoria a Marassi, era stato all'Olimpico dove aveva fatto lo stesso con quelli della Lazio e aveva poi realizzato un suo ultimo desiderio, quello di allenare la sua squadra del cuore. Lo ha fatto in un'amichevole a scopo benefico in cui si è seduto sulla panchina del Liverpool ad Anfield, obiettivo sognato per una vita intera.
L'ULTIMO MESSAGGIO - Su di lui è stato di recente realizzato un documentario prodotto da Amazon Prime Video. All'anteprima, ha diffuso un bel messaggio, in quelle che sono di fatto le sue ultime parole ai media, un lascito per quanti lo hanno apprezzato in vita a soli 5 giorni dalla sua morte. "Ho avuto una bella vita. Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo. Ma la vita riguarda anche la morte. Spero che alla fine la gente dirà, sì, era un brav'uomo, ma non tutti lo diranno. Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi, sorridete. Grazie di tutto, allenatori, giocatori, il pubblico, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela".
LA CARRIERA - Nella sua lunga e brillante carriera, ha allenato anche Fiorentina, Goteborg, Benfica, Manchester City, Messico, Costa d'Avorio e Leicester prima di varie avventure in Cina e Filippine. È stato il primo straniero a sedere sulla panchina della nazionale inglese, ha conquistato il double con campionato e coppa nazionale in tre Paesi diversi (Portogallo, Svezia e Italia). Ha vinto, oltre allo Scudetto, una coppa delle Coppe e una supercoppa Uefa con la Lazio, una coppa Uefa con il Goteborg e perso una finale di coppa dei Campioni con il Benfica contro il Milan.