BOMBER COME I DODO - L’altra è che dopo la fase a gironi gli autogol hanno doppiato il capocannoniere. Capocannoniere che prende il nome di Georges Mikautadze. "Chiiiii?", avrebbe esclamato con la sua ironia Maurizio Mosca. Georges Mikautadze. Top scorer del torneo a quota tre reti - "Avessi detto", citando sempre Mosca. Un georgiano trombato a metà stagione del campionato olandese all'Ajax e tornato mestamente in Francia, al Metz. Dietro di lui a due reti nomi del calibro di Razvan Marin, dello slovacco Ivan Schranz, di Cody Gakpo o del povero Niclas Fullkrug, 'pennellone' teutonico da 189cm per 85 chili che è l'unico che sembra segnare con un po' di costanza, ma che non fanno giocare. Effetti collaterali, anche questi, del football fluido e di possesso che impone la modernità, dove a farla da padrona sono i brevilinei tecnici, veloci, che palleggiano con la squadra e che spesso non segnano mai. Gente alla Kai Havertz, per intenderci. L'uomo che riadattato a nove prende sempre il posto al 'poro' Fullkrug, uno che il 90% dei tedeschi che hanno preso parte a un sondaggio vorrebbero in campo. Roba che nemmeno Putin alle elezioni. Storie di falsi centravanti, di falsi nove, come quelli della Turchia di Montella contro la Repubblica Ceca. Una squadra che in superiorità per tutta la partita ha vinto quando ha inserito uno che la punta la fa di professione, e che non a caso ha segnato. Anche perché fin lì il palleggio infinito della Turchia si era sempre concluso al limite di un area di rigore desolatamente inoccupata da qualsivoglia giocatore turco.