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    Gervinho si è (ri)preso la Roma

    Gervinho si è (ri)preso la Roma

    Una stagione può cambiare in un istante. Quella della Roma potrebbe aver preso la direzione giusta addirittura in estate, quando nessuno (o quasi) pensava al possibile punto di svolta. Dopo un'annata deludente, la dirigenza giallorossa era pronta a privarsi dell'uomo di fiducia di Rudi Garcia: Gervinho, l'ivoriano che aveva stregato la tifoseria dopo lo scetticismo iniziale, doveva solamente limare gli accordi con l'Al Jazira, con la Roma che avrebbe incassato circa 13 milioni di euro. Una cifra non da buttar via, considerando le fatiche dell'ex Arsenal nella sua seconda stagione romanista e la plusvalenza da mettere a bilancio. Sull'epilogo della trattativa si è detto e scritto di tutto: Gervinho avrebbe chiesto una spiaggia privata, un elicottero, una sistemazione per tutta la sua famiglia e un numero illimitato di biglietti aerei a disposizione. Un probabile mix tra leggenda metropolitana e realtà, quel che è certo è che le richieste vennero definite "oscene" da parte del club. Niente cessione, dunque. E la storia della Roma cambia.

    L'UOMO DI RUDI - Che Garcia abbia una predilezione tecnica per Gervinho è indiscutibile. Fu lui a volerlo fortemente a Trigoria dopo averlo lanciato nel grande calcio a Le Mans prima e Lille poi. Doveva recuperarne il talento, perso nel biennio trascorso all'Arsenal. L'ivoriano, rigenerato dal tecnico, fu uno dei trascinatori della prima Roma di Garcia, salvo poi piombare nella mediocrità della seconda metà della scorsa stagione, forse complice un rilassamento dovuto alla vittoria in Coppa d'Africa con la sua Costa d'Avorio. Se qualche dirigente può aver storto il naso al momento del dietrofront dell'Al Jazira, chi ha sorriso è certamente il tecnico francese, che non ha mai perso la fiducia nel suo pupillo. Ma l'inizio di stagione sembrava dargli torto.

    UNA LENTA RISALITA - Titolare con Hellas e Frosinone, subentrato con la Sampdoria, in panchina con Juventus, Sassuolo e Barcellona: dell'ivoriano straripante del primo anno, in quelle uscite di agosto e settembre, si era visto ben poco. E' bastato un lampo, un gol di rapina contro il Carpi, nel giorno dell'infortunio simultaneo di Dzeko e Totti, per rilanciare Gervinho, a segno anche nella sfortunata trasferta in casa del Bate. Schierato da centravanti d'emergenza, l'ivoriano ha scardinato la difesa del Palermo - doppietta nel 2-4 del Barbera - e sprecato molto con l'Empoli, ispirando comunque il gol di Salah. Un altro assist nell'incredibile 4-4 di Leverkusen, stavolta per Iago Falque, prima di tornare in fascia, lasciando il centro dell'attacco al rientrante Dzeko. Nessun problema: il gol che ha messo in ghiaccio la sfida del Franchi è stato il suo, 60 metri di scatto a punire le velleità della Fiorentina e a riportare la Roma in testa alla classifica. Un trasferimento che salta, una stagione che cambia, un attaccante che corre prendendo per mano i suoi compagni e strizzando l'occhio a un allenatore che non ha mai smesso di credere in lui, anche quando buona parte del tifo aveva perso le speranze. E' successo quasi per caso, ma è tornata ad essere la Roma di Gervinho.


    Francesca Schito 

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