ANSA
Dzeko non c'è già più, Fonseca gioca con i dadi per mettere in campo la Roma: sicuri che basti Milik?
Perché la Roma stasera è stata una cosa complessa e intricata. Il Verona era cosa chiara: tanta corsa, la squadra, anzi il sistema di gioco dell'anno scorso e qualche giocatore importante in meno. La Roma invece cosa era stasera? Einstein ebbe a dire: Dio non gioca a dadi (poi la fisica dei quanti dimostrerà che la Natura coi dadi è un'accanita lanciatrice seriale), Fonseca invece molto più modestamente per mettere una Roma in campo coi dadi deve aver giocato molto.
Portiere non si sa se ce l'ha e, se ce l'ha, non si sa qual è. Quindi, tiro di dadi e in porta Mirante (se la caverà bene, non benissimo). Centrale difensivo non ce l'ha e infatti lì al centro della difesa c'è Cristante. Non è la prima volta, ma questo non vuol dire sia la volta buona, e infatti non lo è. Quindi tutta la difesa della Roma è un tiro di dadi: fai rotolare insieme Cristante, Ibanez e Mancini e vedi come butta, che numero viene fuori. Centravanti non c'è, Dzeko è in panchina e non gioca non certo perché non ce la fa o non vuole, non gioca perché c'è ma già non c'è più.
Quindi la spina dorsale della Roma, portiere, centrale di difesa e centravanti è un tiro di dadi, chissà che esce. Quindi si gioca con l'unico schema possibile, lo schema frullino. La Roma di Pedro, Mkhitaryan, Pellegrini e Karsdorp e Spinazzola frullano scambi, incroci, triangoli stretti, aperture. Frullano con discreta sapienza il pallone, frullano in abilità e non di rado in velocità. Però non diventano mai un frullatore. Per un tempo, il primo di gioco, si guadagnano il giudizio positivo e un po' sorpreso di una Roma che piace anche senza Dzeko. Per un tempo, poi al frullino nel secondo tempo si scaricano un po' le pile.
Ma non è questo il complicato della Roma. Dietro tanto complicata la cosa non è: non si può che migliorare e Kumbulla più Smalling migliorerebbero assai. Ma in mezzo e davanti non sai chi il problema, chi la soluzione. Pedro buono, anzi più che buono, però è un bicchiere tre quarti pieno. Pellegrini mezzo bicchiere di champagne mischiato a mezzo bicchiere di minerale acqua. Mkhitaryan una buona sponda/spalla... di chi? Sicuri che un Milik, un Milik spesso monolitico si trovi a casa sua nel frullino? Questione del domani, si torni a stasera.
E stasera tra il minuto 15 e il minuto 20 del primo tempo il frullino aveva ingranato, la Roma era bella a vedersi, al minuto 25 Mkhitaryan doveva/poteva segnare e ancora nove minuti dopo poteva/doveva farlo Pedro. Nel frattempo tal Tupta del Verona un gol se lo mangiava tutto, a fine tempo Tameze la spediva sulla traversa romanista e se non c'era Mirante... Però la Roma era non solo meglio del Verona, era una Roma, diciamo, graziosa.
Nel secondo tempo diventava una Roma che correva di meno e rischiava di più. Non perché volesse rischiare di più per vincere, rischiava di più perché il frullino andava ora a singhiozzo. Come detto, frullino a creare gioco come quando frulli uova ed esce zuccherato zabaione, mai però frullatore. Della Roma a Verona la prima di campionato resta negli occhi la sensazione di un bel visto e resta nella testa il sospetto che il bel ricamo sia la specialità della casa. L'unica specialità.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Hellas Verona-Roma 0-0
Hellas Verona (3-4-2-1): Silvestri; Cetin, Gunter (dal 20' s.t. Rueegg), Empereur (dal 19' p.t. Lovato); Faraoni, Tameze (dal 21' s.t. Barak), Miguel Veloso, Dimarco; Danzi; Tupta (dal 1' s.t. Zaccagni), Di Carmine (dal 33' s.t. Ilic). All: Juric.
Roma (3-4-2-1): Mirante; Mancini, Cristante, Ibanez; Karsdorp (28' s.t. Santon), Diawara (dal 44' s.t. Villar), Veretout, Spinazzola; Pedro, Lorenzo Pellegrini (dal 34' s.t. Kluivert); Mkhitaryan. All: Fonseca.
Ammoniti: 9' p.t. Danzi; 45' p.t. Di Carmine