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Gravina indagato dalla Procura di Roma: le tre operazioni interessate e la difesa dei legali
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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina rompe il silenzio in seguito alle ultime indiscrezioni di stampa che hanno visto figurare il suo nome tra i soggetti oggetto di un’opera di dossieraggio da parte di alcuni magistrati alti ufficiali della Guardia di Finanza, materia di inchiesta da parte della Procura di Perugia. Secondo quanto ricostruito da Il Corriere della Sera, Gravina risulterebbe indagato a Roma - un atto formale - per una presunta tangente da 250 mila euro. L’indagine, che vuole fare luce su una questione legata all'assegnazione dei diritti TV da parte della Lega Pro quando Gravina ne era presidente, parte dall’affidamento di un appalto in cambio del pagamento di opzioni d’acquisto su libri antichi di proprietà del numero 1 della Federcalcio. L’aspirante acquirente non avrebbe mai proceduto all’acquisto, ma avrebbe rinnovato le opzioni spendendo la cifra, che poi Gravina avrebbe utilizzato per acquistare un appartamento a Milano. il reato ipotizzato è quello di autoriciclaggio affiancato da quello di appropriazione indebita
PAROLA AI LEGALI - Nella giornata di ieri, come riferisce un’agenzia Ansa, Gabriele Gravina ha espresso spontaneamente la sua volontà di essere ascoltato dai magistrati della Procura della Repubblica di Roma per fare luce su queste circostanze. Da qui la conseguente iscrizione nel registro degli indagati per accertare eventuali illeciti. I suoi legali, gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione, hanno successivamente diffuso questa nota: “In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, pur non risultando indagato, questa mattina Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima. L'audizione si è svolta questo pomeriggio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Roma".
LE OPERAZIONI INTERESSATE - Secondo La Gazzetta dello Sport, tra i movimenti di Gravina sotto la lente d'ingrandimento, oltre alla compravendita di libri antichi mai conclusa che avrebbe portato a un guadagno solo per le caparre tra i 250 e 350 mila euro e all’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna, ci sarebbe anche il bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro (di cui all’epoca era alla guida). Tre operazioni che secondo i pm potrebbero essere tra loro collegate determinando un unico giro di denaro.
CHI E' IL MANDANTE? - La nota prosegue specificando che Gravina ha chiesto di essere sentito “al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso”. Infine gli avvocati Mercurio e Viglione concludono che "il nostro assistito è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l'individuazione dei mandanti". A questo proposito, tornando alla ricostruzione de Il Corriere della Sera, il nome di Gravina nasce da una segnalazione presso la Procura di Salerno dopo le rivelazioni di Pasquale Striano ad un ex collaboratore del presidente della FIGC, Emanuele Floridi, diventato in seguito un uomo vicino al presidente della Lazio Claudio Lotito, ex proprietario della Salernitana poi ceduta nel gennaio 2022 a Danilo Iervolino. Su questa operazione, da sempre fortemente contestata da Lotito - entrato da tempo in rotta di collisione per questioni politico-sportive con Gravina - ha aperto un’inchiesta la Procura di Salerno. Nella giornata di ieri, lo stesso presidente della Lazio - già sentito a Perugia nei mesi scorsi - ha chiesto di essere nuovamente ricevuto dagli inquirenti per fare chiarezza in merito ai rumors che lo vorrebbero come “mandante” dell’indagine su Gravina.
MALAGO' DELUSO E I PROSSIMI PASSI - L'indagine potrebbe subire una connotazione territoriale ed essere affidata alla Procura lombarda. Gravina è convinto che si arriverà all'archiviazione, non c'è ancora un calendario preciso delle prossime convocazioni. Ma la notizia ha comunque un peso importante, e le parole del numero uno del CONI Giovanni Malagò tradiscono delusione: "Non so se può scoppiare uno scandalo, però quando senti certe notizie sei a dir poco rattristato. C’è chi parla poi a nome della politica, c’è una grande tristezza nel vedere che al momento e fino a prova contraria ci sono coinvolti protagonisti del mondo dello sport e del calcio. Almeno per quelle che sono le notizie, poi sapete che non do certo giudizi". In linea teorica, nulla impedisce a Gravina di rimanere al comando della FIGC anche da indagato, fino all'emissione del giudizio di terzo grado: l'iter è appena alle fasi preliminari e tra qualche mese il Gup deciderà tra rinvio a giudizio o archiviazione. Da quel momento, si potrebbe parlare di anni prima di arrivare alla sentenza definitiva.
PAROLA AI LEGALI - Nella giornata di ieri, come riferisce un’agenzia Ansa, Gabriele Gravina ha espresso spontaneamente la sua volontà di essere ascoltato dai magistrati della Procura della Repubblica di Roma per fare luce su queste circostanze. Da qui la conseguente iscrizione nel registro degli indagati per accertare eventuali illeciti. I suoi legali, gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione, hanno successivamente diffuso questa nota: “In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, pur non risultando indagato, questa mattina Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima. L'audizione si è svolta questo pomeriggio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Roma".
LE OPERAZIONI INTERESSATE - Secondo La Gazzetta dello Sport, tra i movimenti di Gravina sotto la lente d'ingrandimento, oltre alla compravendita di libri antichi mai conclusa che avrebbe portato a un guadagno solo per le caparre tra i 250 e 350 mila euro e all’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna, ci sarebbe anche il bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro (di cui all’epoca era alla guida). Tre operazioni che secondo i pm potrebbero essere tra loro collegate determinando un unico giro di denaro.
CHI E' IL MANDANTE? - La nota prosegue specificando che Gravina ha chiesto di essere sentito “al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso”. Infine gli avvocati Mercurio e Viglione concludono che "il nostro assistito è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l'individuazione dei mandanti". A questo proposito, tornando alla ricostruzione de Il Corriere della Sera, il nome di Gravina nasce da una segnalazione presso la Procura di Salerno dopo le rivelazioni di Pasquale Striano ad un ex collaboratore del presidente della FIGC, Emanuele Floridi, diventato in seguito un uomo vicino al presidente della Lazio Claudio Lotito, ex proprietario della Salernitana poi ceduta nel gennaio 2022 a Danilo Iervolino. Su questa operazione, da sempre fortemente contestata da Lotito - entrato da tempo in rotta di collisione per questioni politico-sportive con Gravina - ha aperto un’inchiesta la Procura di Salerno. Nella giornata di ieri, lo stesso presidente della Lazio - già sentito a Perugia nei mesi scorsi - ha chiesto di essere nuovamente ricevuto dagli inquirenti per fare chiarezza in merito ai rumors che lo vorrebbero come “mandante” dell’indagine su Gravina.
MALAGO' DELUSO E I PROSSIMI PASSI - L'indagine potrebbe subire una connotazione territoriale ed essere affidata alla Procura lombarda. Gravina è convinto che si arriverà all'archiviazione, non c'è ancora un calendario preciso delle prossime convocazioni. Ma la notizia ha comunque un peso importante, e le parole del numero uno del CONI Giovanni Malagò tradiscono delusione: "Non so se può scoppiare uno scandalo, però quando senti certe notizie sei a dir poco rattristato. C’è chi parla poi a nome della politica, c’è una grande tristezza nel vedere che al momento e fino a prova contraria ci sono coinvolti protagonisti del mondo dello sport e del calcio. Almeno per quelle che sono le notizie, poi sapete che non do certo giudizi". In linea teorica, nulla impedisce a Gravina di rimanere al comando della FIGC anche da indagato, fino all'emissione del giudizio di terzo grado: l'iter è appena alle fasi preliminari e tra qualche mese il Gup deciderà tra rinvio a giudizio o archiviazione. Da quel momento, si potrebbe parlare di anni prima di arrivare alla sentenza definitiva.