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Dopo Kessie e Bonucci, tocca a Biglia: tutti gli errori della gestione Montella
E alla fine Lucas Biglia fu costretto a fermarsi. Non si tratta di turn-over o di riposo forzato imposto da Montella per ritrovare la migliore condizione e quella lucidità in fase di impostazione che i tifosi del Milan non hanno ancora potuto ammirare, ma nello stop che metterà fuori dai giochi per la trasferta di Europa League con l'Aek Atene e quella di campionato col Sassuolo c'è comunque lo "zampino" del tecnico campano. Nonostante una serie di prestazioni lontane dai suoi standard abituali, il regista argentino non ha mai avuto la possibilità di tirare il fiato finendo per aggravare quella tendinopatia rotulea che ha indirettamente influenzato anche delle molte delle ultime sue esibizioni tutt'altro che appariscenti.
GESTIONE PERICOLOSA - Una sottovalutazione del rischio che rischia di ritorcersi contro Montella, chiamato a dare risposte sul piano del gioco ma soprattutto sul fronte dei risultati nelle prossime due partite per non aggravare ulteriormente la propria precaria posizione sulla panchina rossonera e indurre la dirigenza a provvedimenti drastici. Giocarsi il posto senza uno di quei calciatori in grado teoricamente di innalzare il tasso tecnico e di personalità è un azzardo che il tecnico si è costruito con le sue stesse mani, preferendo non risparmiare un Biglia che aveva manifestato pericolose avvisaglie di un possibile infortunio con l'affaticamento muscolare precedente alla partita sul campo del Chievo Verona. Una scelta che ha avuto chiare ripercussione sulle condizioni fisiche dell'ex capitano della Lazio e ha finito per esporlo a brutte figure, facendolo finire sul banco degli imputati per la prova contro la Juventus, con tanto di fischi assordanti dei tifosi alla sua uscita dal campo.
KESSIE E BONUCCI - Una situazione che avrebbe potuto essere evitata qualora Montella avesse deciso di non anteporre i suoi interessi personali, ossia la salvaguardia del proprio posto col sentimento incoscio di giocare ogni partita come se fosse l'ultima. Prima di Biglia, era stato il turno di Kessie e Bonucci, che a turno avevano chiesto di beneficiare di un turno di riposo nella lunga sequenza di partite che vede il Milan impegnato sul doppio fronte campionato-Europa League da fine luglio e che ha portato non a caso a un calo drastico sotto il profilo atletico del centrocampista ivoriano e al crescendo rossiniano, in negativo, delle prove dell'ex juventino, culminato col corto circuito mentale alla base dell'espulsione col Genoa. "Aiutati che Dio ti aiuta", recita un vecchio adagio popolare, ma Montella ha deciso di giocare col fuoco e con Aek e Sassuolo rischia di bruciarsi definitivamente.
GESTIONE PERICOLOSA - Una sottovalutazione del rischio che rischia di ritorcersi contro Montella, chiamato a dare risposte sul piano del gioco ma soprattutto sul fronte dei risultati nelle prossime due partite per non aggravare ulteriormente la propria precaria posizione sulla panchina rossonera e indurre la dirigenza a provvedimenti drastici. Giocarsi il posto senza uno di quei calciatori in grado teoricamente di innalzare il tasso tecnico e di personalità è un azzardo che il tecnico si è costruito con le sue stesse mani, preferendo non risparmiare un Biglia che aveva manifestato pericolose avvisaglie di un possibile infortunio con l'affaticamento muscolare precedente alla partita sul campo del Chievo Verona. Una scelta che ha avuto chiare ripercussione sulle condizioni fisiche dell'ex capitano della Lazio e ha finito per esporlo a brutte figure, facendolo finire sul banco degli imputati per la prova contro la Juventus, con tanto di fischi assordanti dei tifosi alla sua uscita dal campo.
KESSIE E BONUCCI - Una situazione che avrebbe potuto essere evitata qualora Montella avesse deciso di non anteporre i suoi interessi personali, ossia la salvaguardia del proprio posto col sentimento incoscio di giocare ogni partita come se fosse l'ultima. Prima di Biglia, era stato il turno di Kessie e Bonucci, che a turno avevano chiesto di beneficiare di un turno di riposo nella lunga sequenza di partite che vede il Milan impegnato sul doppio fronte campionato-Europa League da fine luglio e che ha portato non a caso a un calo drastico sotto il profilo atletico del centrocampista ivoriano e al crescendo rossiniano, in negativo, delle prove dell'ex juventino, culminato col corto circuito mentale alla base dell'espulsione col Genoa. "Aiutati che Dio ti aiuta", recita un vecchio adagio popolare, ma Montella ha deciso di giocare col fuoco e con Aek e Sassuolo rischia di bruciarsi definitivamente.