VIDEO Doping, caso Fuentes: dalla Spagna fango sul Milan (senza nessun riscontro)
Caso Fuentes: la stampa spagnola lancia sospetti di doping sul Milan. La parola 'Milan' accanto alla Real Sociedad, indagata nell'inchiesta.
Su un appunto del medico arrestato compare il nome della squadra italiana: ma al momento mancano riscontri e collegamenti.
Nelle carte del Dottor Doping, il medico sportivo spagnolo Eufemiano Fuentes, sotto processo a Madrid, spunta un appunto, scritto a mano, che potrebbe portare in Italia e aprire uno scandalo nel nostro calcio. Sopra una serie di numeri che indicano le quantità di farmaci dopanti e il denaro ricevuto da vari clienti compare anche la parola «Milan».
Secondo il quotidiano spagnolo El Periodico ci sono pochi dubbi: si tratta dell’AC Milan, la squadra milanese dell’ex presidente del consiglio e attuale candidato Silvio Berlusconi. L’ipotesi nasce dal fatto che la parola Milan compare accanto alla sigla «Rsoc» che è stata identificata con certezza nella Real Sociedad dai suoi stessi dirigenti. È stato il nuovo presidente basco in persona a decidere di chiudere il capitolo del doping e collaborare affinchè si faccia chiarezza. Dal 2001 al 2006 i suoi predecessori avevano comprato in nero farmaci dopanti da Fuentes per 320mila euro l’anno. Così il foglio 844 del quarto faldone dell’inchiesta definita «Operacion Puerto», è diventato, nell’ipotesi di El Periodico, l’interfaccia del Dottor Doping con le squadre di calcio.
Al momento sarebbe l’unico riferimento al mondo del pallone perché tutti i registri sequestrati al medico spagnolo riguardano ciclisti professionisti e le loro squadre. Il dottor Fuentes non ha mai rivelato i nomi dei suoi clienti e l’avvocato ha confermato che anche in questo processo non intende cambiare strategia. La linea difensiva si basa sulla pretesa che le sostanze fornite e in alcuni casi somministrate non fossero dannose alla salute, almeno allo stato degli studi di allora. Proibite dalle autorità sportive, ma non dannose alla salute. Fuentes accetta quindi la condanna sportiva, ma non quella penale o civile. Gli stessi agenti della Guardia Civil che hanno arrestato Fuentes non hanno investigato l’identità celata dietro le due parole Rsco e Milan.
Lunedì durante la quinta udienza del processo in corso a Madrid l’ha confermato direttamente al giudice uno degli investigatori. Seguendo invece l’ipotesi di un filone calcistico nella rete dopante di Fuentes, il Milan (o chi si nasconde dietro il nome) avrebbe, nel 2005, richiesto al dottore l’acquisto di Ig, sigla che negli appunti del medico identificava un ormone della crescita simile all’insulina conosciuto in inglese come Insulin Growth Factor. L’acquisto risale al 2005. Anno in cui i rossoneri persero la finale di Champions contro il Liverpool ai rigori. Era un Milan potente, dominatore in Europa, con campioni della caratura di Kaká, Shevchenko, Maldini. Questa tesi accusatoria si scontra con la mancanza di riscontri.
Per la Real Sociedad, a parte la piena confessione degli attuali dirigenti, sono provati i legami personali tra alcuni suoi medici e il mondo del ciclismo dentro al quale lavorava il Dottor Doping. Nel caso della squadra italiana, invece, il collegamento è più difficile. Perché rifornirsi proprio da un medico delle Canarie? Come sarebbe nato il rapporto (evidentemente confidenziale) tra il medico e la società italiana? Chi, nel Milan, aveva conoscenza di ciò che tra il 2003 e il 2008 faceva il dottor Fuentes nel ciclismo? Chi è l’anello di congiunzione? Al momento né in Italia né in Spagna sono aperti procedimenti giudiziari per chiarire questi dubbi. E un appunto isolato in centinaia di fogli, forse non basterà.