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    Diritti tv, ecco l'offerta degli arabi per la Serie A

    Diritti tv, ecco l'offerta degli arabi per la Serie A

    Senza l'Italia, la Rai ha rinunciato ad acquistare i diritti di Russia 2018: così il Mondiale sarà trasmesso in chiaro su Mediaset per la prima volta nella storia del calcio. La Rai conta di rispondere a brevissimo ufficializzando la diretta di una partita di Champions League il mercoledì sera per le prossime tre stagioni, dal 2018 al 2021: il nuovo format, che prevede la presenza di quattro italiane, ha convinto infatti la Rai a concentrare le forze sulla Champions, il cui pacchetto integrale passerà a Sky. Per l’Europeo del 2020 e il Mondiale del 2022 se ne riparlerà: la Rai mantiene comunque l’esclusiva per le gare di tutte le Nazionali per i prossimi quattro anni. 

    13 miliardi di euro in 10 anni: è questa l'offerta degli arabi per i diritti tv della Serie A. La Lega rischia di spaccarsi un’altra volta: i grandi club sono contrari, invece le piccole squadre ascoltano con interesse. 

    Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, durante la commissione diritti tv, ieri si sono presentati i funzionari di Ernst & Young, che fa da intermediario, e di Comoi, consulente finanziario. La banca che offrirebbe questo tesoretto è la International Bank of Qatar (Ibq) anche se pare che la firma di quest’ultima non ci fosse ancora e che, solo a riunione conclusa, fosse sopraggiunta una email certificata. 

    I presenti spiegano che si è trattato di una presentazione superficiale e che mancano ancora alcuni tasselli fondamentali per appurarne la bontà o meno, a cominciare dalle garanzie. Da quel che filtra, l’operazione costerebbe ai club l’1,5-2% di commissioni fisse e il 15% variabili, che scatterebbero oltre la soglia di 1,3 miliardi annui di incassi dai diritti tv. Sì perché le coperture finanziarie della banca qatariota sarebbero relative ai proventi televisivi centralizzati della Lega: la Ibq darebbe le garanzie necessarie per consentire alle società di scontare i crediti dei contratti tv e, in caso, potrebbe agire essa stessa come istituto di fattorizzazione (appunto di anticipazione dei crediti) fino al 50% del valore dei diritti tv per due anni. 

    Le informazioni non sono ancora esaurienti, ma in Lega già ci si interroga sulla convenienza di legarsi a un soggetto terzo per dieci anni con il rischio di strozzare le proprie prospettive di crescita in cambio di un minimo garantito. Dubbi, per la verità, già affiorati nel momento in cui ci si è legati a Infront, che non opera solo come advisor ma promette anche una garanzia di risultato, fino al 2021. Di sicuro le varie Juventus, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina sono scettiche e temono proprio un secondo «caso» Infront. C’è chi fa pure notare i rapporti tra la Infront dell’era Bogarelli e Comoi Group, emersi nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano. Ma i club piccoli vogliono approfondire il discorso, consapevoli dei vantaggi derivanti da una garanzia finanziaria a lungo termine. Intanto, il 4 gennaio si terrà l’assemblea di Lega per l’approvazione dell’invito a offrire dei diritti domestici. Si punta al miliardo e si agitano due spauracchi di fronte a Sky e compagnia: gli intermediari finanziari (al plurale) e il canale della Lega. 

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