#DIMARZIOALERT: 'Moras, l'Arena e quella voglia di non mollare mai'
L'Arena è più bella del solito. Di notte, illuminata, ti lascia senza fiato. A pochi passi c'è lo store del Verona, aperto fino a tardi. E non solo perché all'interno è prevista la nostra diretta televisiva con Moras. Entrano molti ragazzi, chiedono la maglia di Marquez. "L'unico giocatore che si pulisce e prepara le scarpe da solo, prima e dopo allenamenti e partite. Mai vista una cosa del genere qui", ci confessa chi segue l'Hellas da dentro. Marquez fa coppia in difesa con Moras. Che di nome fa Vangelos, ma lui preferisce farsi chiamare Vangelis con la i, chissà perché. La sua storia d'amore, invece, non ha bisogno di grandi spiegazioni. "Mio fratello sta molto meglio. È ancora in Australia, adesso ha preso una casa, deve rimanere lì almeno altri nove mesi, sarebbe rischioso fargli fare il viaggio per tornare a casa. Dobbiamo ringraziare l'ambasciata sul posto che ci ha aiutato molto, altrimenti per un greco come lui -extracomunitario in Australia- sarebbe stata ancora più dura, anche economicamente". Il sorriso di Moras ha un velo di malinconia: forse il difensore dell'Hellas vorrebbe essere con Dimitris, aiutandolo ancora dopo avergli dato il suo midollo (compatibile al 100%) per salvargli la vita. Una bella persona, Lele per gli amici. Ieri una ragazza di Trento l'ha contattato su Facebook, il fidanzato ha la leucemia come Dimitris ma il fratello ha un midollo compatibile solo al 50%. Lui l'ha invitata in centro a Verona, offerto un caffè e regalato la sua maglia, in un'ora di parole e speranze. "So cosa vuol dire, ho pubblicizzato la malattia di mio fratello per questo. Per far capire che oggi i trapianti di midollo non sono per nulla rischiosi. E sono indispensabili, almeno per non mollare". Mai. Se potesse parlare, lo urlerebbe anche l'Arena. Più bella che mai. Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)
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