#DIMARZIOALERT: 'Brasile: forza Germania! All'Argentina il duello del tifo'
L'ultima notte prima della finale è un affresco da Copacabana. Ci sono solo argentini, cantano e ballano come se avessero già vinto. Essere qui a Rio a giocarsi la Coppa al Maracaná, in casa del nemico Brasile, fischiato e deriso, vale già quasi quanto un successo. Ci sono maglie del River e del Boca, nonni e bambini, mamme con la carrozzina, macchine di ogni tipo colorate di bianco e azzurro, camioncini pieni zeppi di persone che non so come abbiano fatto ad arrivare sani e salvi. Il coro più gettonato è una presa in giro per gli ospitanti, Maradona è meglio di Pelé (che intanto si consolava fotografandosi con Rihanna alla festa vip della serata) si sente in ogni angolo. Ma i brasiliani non rispondono, facce basse e tristi, poca voglia di reagire, non serve nemmeno l'imponente servizio d'ordine per intervenire in caso di risse o tafferugli. Zero di zero. Sulla spiaggia, striscioni giganti inneggiano alle varie città argentine presenti, sembra una gigantesca Bombonera. Tedeschi? Pochi. E se si vedono, non si sentono. Impossibile distinguersi in mezzo alla marea umana argentina. Persino il samba, per una notte, ha lasciato spazio al tango: due ballerini vestiti da esibizione si cimentano in passi da applausi, i capannelli di gente tutti per loro, non ci sono tamburi questa volta, nemmeno l'ombra della solita Bossa Nova. Anche i tassisti hanno perso la parola, ti accompagnano al ristorante e nemmeno ti chiedono chi vincerà. Mentre fino a ieri sembravano loro i giornalisti, una domanda continua. La delusione di un Brasile impotente anche nella finalina ha zittito un popolo intero, che adesso non vede l'ora di tornare alla normalità per dimenticare. E non basterebbe un danke, stasera, per ritrovare subito il sorriso. Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)
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