#DIMARZIOALERT: 'Da Bittante a Galabinov l'Avellino è già in Serie A'
Un pomeriggio al Partenio, tempo da lupi, in tutti i sensi. Piove che Dio la manda, sembra di essere tornati ai tempi dell'Avellino di Juary. Campo pesante, tifo che non si ferma un attimo, avversario alle corde. L'allenatore di questa squadra costruita con pochi euro si chiama Massimo Rastelli, lo conosco da quand'ero bambino: faceva l'attaccante, mio padre era il suo allenatore a Catanzaro. Rastelli è bravo, sveglio, furbo. Saltella davanti alla sua panchina come un assatanato, anche se non ai livelli del suo avversario. Cosmi, bentornato Serse. Barba lunga, occhio vivo, inizia col piumino e il berretto, finisce con cappotto e sciarpa. Proprio quando Caprari gli regala la prima gioia e il presidente Sebastiani, seduto a pochi passi dalla mia postazione, tira un sospirone di sollievo. Il Pescara pareggia alla fine ed evita la settima sconfitta consecutiva, l'Avellino si fa ancora più verde per la rabbia. Ma può essere soddisfatto: il suo ds, De Vito, ha costituito una squadra fastidiosa per tutti. Con soli due giocatori (Castaldo e Togni) che prendono più di centomila euro. Un attaccante, Galabinov, in prestito dal Livorno, già a 10 reti e appena convocato dalla Nazionale bulgara per la prima volta. Un esterno a destra -Bittante- che va come una scheggia, 20 anni e metà cartellino ancora della Fiorentina. Più gente di categoria come Izzo, Pisacane, Arini, perché in B non servono i nomi ma i polmoni. Come quelli di Ragusa nel Pescara: Cosmi gli ha fatto fare l'intera fascia sinistra e l'ha martellato per tutto il secondo tempo, ma il ragazzo ha tutto per sfondare. E infatti Gasperini lo ha già promosso televisivamente, aspettando adesso il suo ritorno per la prossima estate. Qui Partenio, a voi serie A. Comunque vada. Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)
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