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    #DIMARZIOALERT: 'Auguri Del Piero, il campione che conobbi sull'autobus'

    #DIMARZIOALERT: 'Auguri Del Piero, il campione che conobbi sull'autobus'

    L'ho conosciuto in un autobus, giuro. Un pullman di linea, che dal quartiere Arcella portava verso il vecchio Appiani. Siamo a Padova, è l'ora di pranzo. Io vado in centro con la mia fidanzata poi diventata moglie, lui ha la tuta biancoscudata e la borsa sulle spalle. Avevamo e abbiamo la stessa età, entrambi nati nel 1974. "Sai chi è quel ragazzo, Anna Maria? Si chiama Del Piero, dicono sia un grande talento". Gli ho visto segnare il primo gol della carriera, ero in tribuna. Padova-Ternana 5-0, allenatore Sandreani (oggi nello staff azzurro e prima bianconero di Conte), Simonetta a lasciargli il posto in campo e Galderisi il primo ad abbracciarlo. Era il cocco di tutti, tutti sapevano che sarebbe diventato presto grande. Soprattutto Scantamburlo, il suo scopritore. Quando sono stato a casa sua per intervistarlo, si è commosso e mi sono commosso. Ha tirato fuori l'agenda con la formazione di quella sera, Alex in campo con il suo San Vendemiano, maglia numero 9 e non la classica 10. "Ho sentito battere forte il cuore, non avevo mai visto uno così", e infatti ci sono ancora tre stelline rosse sottolineate accanto al nome di Del Piero, il massimo dei voti. Scantamburlo lo portò a Padova, accompagnandolo giorno per giorno avanti e indietro. E Alex non se n'è mai dimenticato. Quando squilla il telefono di Vittorio e dall'altra parte c'è la voce del suo bimbo d'oro, gli occhi diventano lucidi e la voce non ne parliamo. Quel ragazzino oggi fa 40 anni, li festeggia in India ma un giorno tornerà, ne sono sicuro. L'ho rivisto tante altre volte sia in campo che fuori: non ho mai trovato un giocatore che ragionasse da presidente, si comportasse da allenatore e rispondesse da ds. Ad Alex Del Piero non manca infatti davvero nulla per poter rientrare in Italia dalla porta principale e dare il suo contributo - non solo formale, ma concreto - al calcio italiano, che sia attraverso la Juve o la Federazione non lo so. Ma è impensabile che un ambasciatore del pallone riconosciuto nel mondo come lui, non diventi un punto di riferimento anche per noi. Intanto auguri Alessandro (Magno), re di un calcio semplice senza effetti speciali. 


    Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)

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