Dietrofront. Tre giorni dopo aver annunciato di voler fare un passo indietro in politica, e il giorno dopo la condanna nel processo per i diritti tv Mediaset, Silvio Berlusconi ci ripensa e, parlando al Tg5, conferma di volersi di nuovo buttare a capofitto nell'arena politica. Per il Milan, che per una sera aveva sperato di poter 'riacquistare' a tempo pieno il suo presidente, questo cosa significa? Sicuramente è un ennesimo segnale di disimpegno e un nuovo campanello d'allarme nella direzione di una potenziale cessione. Il disimpegno, fra l'altro, è confermato dalle parole pronunciate nella conferenza stampa del pomeriggio, in conferenza: "Volevo dedicarmi a una squadra di calcio che ha bisogno di cure, il Milan. Ma io ora non posso dedicarmi ai rossoneri".
Prima di Milan-Genoa, Adriano Galliani, ad del Milan, ai microfoni di Sky non vuole parlare delle dichiarazioni odierne di Silvio Berlusconi: "Non commento le parole di Berlusconi, le sue cure fanno bene. Non è mai andato via. La squadra non sarà stravolta, ma potranno esserci interventi sul mercato".
Leggiamo le parole di Berlusconi, così come riportate dal Sole 24 ore:
«Delle conseguenze ci saranno. Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perchè ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me»: lo ha detto Silvio Berlusconi al Tg5, dopo la condanna di ieri con l'interdizione dai pubblici uffici.
«A Roma la Cassazione mi ha assolto con formula piena sulla stessa materia. Come mai non si è tenuto conto di questo? Forse il giudice Davossa è molto prevenuto contro di me. O forse in tutto questo si devono trovare delle spiegazioni di natura politica», ha aggiunto Berlusconi.
«Quella contro di me è un'ipotesi fantascientifica per evadere l'1% delle imposte» comunque versate, dice Berlusconi. «Tra il 2006 e il 2010 ho versato 5,44 miliardi. Nessun gruppo versa tanto» dice Berlusconi sostentendo che nel 2002 gli vengono contestati evasioni per «4,9 milioni di euro contro i 365 versati dal mio gruppo all'Erario» ed analoga è la proporzione nel 2003.
«Io non sono mai stato socio occulto di Agrama, visto che questo è stato provato da tutte le carte e documenti. E ci sono due prove inoppugnabili - spiega l'ex premier - Se fossi stato socio occulto di Agrama sarebbe bastata una mia telefonata a Mediaset per determinare l'acquisto di diritti che Agarama voleva vendere senza bisogno di pagare tangenti. Soprattutto - continua - se fossi stato socio di Agrama sarei venuto subito a conoscenza di pagamenti di una tangente ai responsabili dell'ufficio acquisti di Mediaset e non avrei potuto che provvedere all'immediato licenziamento. Nessun imprenditore - conclude - si sarebbe potuto comportare in modo diverso consentendo ai suoi dipendenti di rubare a danno suo e della sua azienda».
Nel pomeriggio poi l'ex Premier e attuale presidente onorario del Milan ha tenuto una conferenza stampa, così riportata da Corriere.it:
«Intendo dedicare la massima parte del mio tempo al mio paese e continuare nell'opera di modernizzazione e cambiamento con cui mi sono presentato agli italiani nel 1994». Lo ha detto l'ex premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Villa Gernetto, nella quale però ha spiegato che non si ricandiderà a premier. Una sentenza «incredibile e intollerabile: io vengo presentato come individuo, nonostante la mia storia, dotato di una particolare capacitá naturale a delinquere. Non credo di poter accettare una cosa del genere, credo si sia passato il limite», ha aggiunto l'ex premier.
LA SENTENZA - «A Roma la Cassazione mi ha assolto con formula piena sulla stessa materia. Come mai non si è tenuto conto di questo? Forse il giudice Davossa è molto prevenuto contro di me. O forse in tutto questo si devono trovare delle spiegazioni di natura politica». Con queste parole Silvio Berlusconi aveva spiegato in mattinata in diretta telefonica al Tg5. Subito dopo la conclusione: «Delle conseguenze ci saranno. Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perché ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me». Un repentino e inatteso dietrofront che appena due giorni fa aveva annunciato di non ricandidarsi più e di volere le primarie del Pdl per la scelta del nuovo leader. La sentenza di condanna a 4 anni (tre condonati) nel processo sui fondi neri di Mediaset gli ha però fatto cambiare idea.
LA SENTENZA - Propensione a delinquere? «Questa è la parte più incredibile della motivazione» della sentenza. E sottolinea: «Ho un'età non verdissima. Credo di aver dimostrato di essere un bravo imprenditore, arrivato ad avere 56 mila collaboratori. Sono stato presidente del Consiglio per quasi 10 anni, sono l'unico protagonista della politica mondiale ad aver presieduto per tre volte il G8. Sono un ottimo padre di 5 figli e ottimo nonno di 6 nipoti». «E sono uno dei primissimi contribuenti italiani - ha aggiunto -. E poi sono incensurato. Ed è una cosa incredibile rispetto a quanto detto dai giudici sulla naturale capacità a delinquere».
LA DIFESA - L'ex premier ricorda poi come l'evasione che gli è stata contestata sarebbe di circa «l'uno per cento delle imposte pagate allo Stato». Quindi, sostiene, una cosa «ridicola», una «costruzione fantascientifica». «Ebbi a conoscere Agrama negli anni '80, poi non l'ho più visto, né sentito, né frequentato». Berlusconi parla di Frank Agrama, condannato nell'ambito del processo per i diritti tv. «Non sono mai stato suo socio occulto, ed è stato provato da tutte le carte. Esistono prove inoppugnabili che avrebbero dovuto portare ad una assoluzione» ha spiegato
Nell'intervento, Berlusconi parla anche di calcio: "Volevo dedicarmi a una squadra di calcio che ha bisogno di cure, il Milan. Ma io ora non posso dedicarmi ai rossoneri". Più chiaro di così: se questo non è un addio poco ci manca...