La notizia era nell'aria, adesso è arrivata l'ufficialità dal diretto interessato. Silvio Berlusconi non sarà il candidato del Pdl per le elezioni del 2013: "Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività".

La politica resterà nella sua vita, ma non sarà l'impegno principale, una scelta che va letta a favore del Milan, il suo primo grande amore. Con più tempo libero Berlusconi potrà tornare a gestire le sue aziende, colpite duramente dalla crisi finanziaria e dal lodo Mondadori, e a pensare quotidianamente ai colori rossoneri, non a caso in questi giorni ha smentito categoricamente la cessione del club ad investitori russi o arabi. E chissà che quel "rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol" sia un monito all'ambiente Milan, una cozzaglia di enfants di belle speranze, che sta vivendo un momento  traumatico. Le voci insistenti su Guardiola sono un segnale che qualcosa di grande sta per rinascere.