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    Dickmann a CM: 'Sogno il Milan e studio Dani Alves, Faragò è da serie A'

    Dickmann a CM: 'Sogno il Milan e studio Dani Alves, Faragò è da serie A'

    • Alessandro Cosattini
    L’amore per il Novara e quel sogno chiamato Milan. Lorenzo Dickmann, giovane terzino classe 1996, si racconta in esclusiva ai microfoni di calciomercato.com. Dall’esordio tra i professionisti in Serie B, in un play-out contro il Varese, fino al desiderio di vestire - un giorno - la maglia rossonera. 
    “L’esordio è un momento indimenticabile. Avevo 17 anni, entrare in una gara così importante è stato molto emozionante. Mi ha fatto piacere perché è stato completamente inaspettato. Nello spogliatoio a fine gara non c’era un bel clima per via della retrocessione in Lega Pro, di conseguenza quando ricordo quel momento resta un forte rammarico per non essere riusciti a mantenere la categoria. Io però sono grato a mister Gattuso per avermi fatto entrare quel giorno, nello stadio del Varese”. 

    Negli anni la tua posizione in campo è cambiata, vero? 
    “Sì, decisamente. Io ho iniziato a giocare da trequartista, poi sono diventato esterno alto a livello giovanile. In Primavera mister Gattuso mi ha messo laterale destro in un centrocampo a cinque, davanti ai tre difensori. All’inizio non è stato facile, ma poi mi sono adattato. Con Toscano in Lega Pro ho fatto lo stesso ruolo e mi sono trovato molto bene. Sono anche riuscito a togliermi grandi soddisfazioni”.

    Alludi alla promozione in Serie B e al gol nel derby piemontese contro l’Alessandria? 
    “Un’emozione incredibile, non ci credevo. Ho provato a calciare col sinistro, io sono destro naturale, e la palla si è insaccata sotto al sette. È stato fantastico, realizzare un gol simile in una partita così importante non può che regalare grandi sensazioni. Per di più per un ragazzo di 18 anni alla prima stagione tra i professionisti, in Lega Pro. La promozione in Serie B a fine campionato è stata una grande soddisfazione per tutto il gruppo”. 

    Ogni anno a Novara un nuovo allenatore: prima Toscano, poi Baroni e ora Boscaglia. Sono cambiate le loro richieste nei tuoi confronti? 
    “Con Toscano giocavo esterno in un centrocampo a cinque, nel suo 3-5-2. Con Baroni prima e Boscaglia ora, invece, sono un terzino destro di ruolo in una difesa a quattro. Ho molte più responsabilità in difesa rispetto a prima e sto lavorando per migliorare. Essendo nato trequartista spingo con più facilità, sto imparando ad alternare fase offensiva e difensiva. Il mio idolo da piccolo era Ronaldinho. Io sono milanista, l’ho visto a San Siro dal vivo e sono rimasto incantato. Ora sono a tutti gli effetti un terzino e mi ispiro a due brasiliani: Dani Alves e Bruno Peres. Ho la fortuna di vederli all’opera con Juventus e Roma, sono veramente bravi, abbinano grande spinta a ottimi tempi di copertura”. 

    I tuoi modelli sono loro, ma a Novara da chi puoi dire di aver imparato di più?  
    “Non voglio fare nomi per non fare torti a nessuno, sicuramente dimenticherei qualcuno (ride, ndr). A Novara ho trovato sin da subito un gruppo molto unito, composto da giocatori esperti e più giovani: i primi hanno sempre aiutato parecchio gli ultimi arrivati, con consigli preziosi sia in partita che in allenamento. Sono cresciuto molto in questi anni grazie ai suggerimenti di giocatori con anni e anni di esperienza anche in Serie A”. 

    A proposito di questo: secondo te Faragò è pronto ad approdare in un club di Serie A? In estate è stato accostato a Juventus e Fiorentina… 
    “Faragò è un ragazzo che dà tutto in campo. Fisicamente è ben strutturato, ha grande corsa e voglia di fare. In Serie B spesso e volentieri riesce a fare la differenza, secondo me potrebbe giocarsi le sue carte anche in Serie A, senza dubbio”. 

    Dalla Serie B alla Serie A, il passo non è breve, ma molti giovani l’hanno compiuto dalla passata stagione a quella attuale. Sensi, Mazzitelli e Kessié sono degli esempi concreti, per citarne solo alcuni. Quale giovane ti ha colpito di più nel campionato di Serie B in corso? 
    “Morosini è molto forte. Ha un tiro incredibile, ha grandi qualità, si inserisce benissimo senza palla e salta l’uomo con estrema facilità. In Serie B fa la differenza con la maglia del Brescia, secondo me è già pronto per giocare in Serie A. L’anno scorso credevo lo stesso di Caprari e infatti quest’anno milita nel Pescara nella massima serie ed è stato acquistato dall’Inter. È stato sicuramente l’esterno d’attacco più forte che ho dovuto affrontare nella mia carriera”. 

    Tra l’altro tu e Morosini siete stati compagni in Nazionale Under 20… 
    “Sì, è vero, abbiamo giocato insieme. Con la maglia degli Azzurri ho avuto anche il piacere e la fortuna di conoscere giovani che hanno già assaggiato la Serie A: Scuffet, Dimarco, Chiesa. Quello che mi ha impressionato di più, però, resta Morosini”.

    Negli anni sei stato accostato a diversi club: Sampdoria, Bologna, Palermo e anche Napoli. Hai avuto realmente la possibilità di lasciare Novara? 
    “No, la mia volontà è sempre stata la stessa: restare al Novara. Non ho avuto proposte concrete da nessun club, mi trovo bene qui in Piemonte”.

    Tornando indietro di qualche anno, tu sei cresciuto in Lombardia, a Milano. I primi calci nello Schuster, poi nell’Alcione e infine l’approdo nel Novara. Ma sei mai stato contattato - prima di vestire la maglia dei piemontesi - da Milan e Inter? 
    “Sì, in passato sono stato chiamato sia dai rossoneri che dai nerazzurri. Poi, però, ho scelto di venire al Novara e non me ne pento assolutamente. Hanno creduto sin da subito in me e l’ambiente mi ha accolto in modo squisito”.

    Il tuo sogno però è quello di giocare per una delle due milanesi…
    “Sì, io tifo Milan sin da quando sono bambino e non nego che un giorno mi piacerebbe giocare a San Siro con la maglia rossonera”. 
     

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