Il baby talento Pessina a CM: 'Milan, guardami. No all’Inter perché...'
“A Como mi sto trovando bene, con l’allenatore e il direttore sportivo Andrissi ho instaurato sin da subito un bel rapporto, è l’ambiente ideale per crescere. Io conoscevo già il ds perché mi aveva già avuto a Monza e mi ha voluto fortemente. Il mister mi ha dato fiducia, lavora tanto coi giovani e non posso che esser soddisfatto di questo inizio di stagione”.
In questi anni hai giocato in diverse posizioni: trequartista, mediano e mezzala. Cosa ti chiede a Como Fabio Gallo?
“Il mister vuole che faccia la mezzala destra, gioca con le mezzali a piede invertito. Nell’evenienza, però, ha provato a schierarmi anche davanti alla difesa. Nell’ultima di campionato contro il Racing Roma mancava il capitano (Fietta, ndr) e ha deciso di schierare me in posizione di regista. Io mi ispiro a Toni Kroos e - proprio come lui - voglio imparare a ricoprire tutti i ruoli del centrocampo”.
Nonostante la giovane età, hai già militato in quattro prime squadre senza aver mai giocato nel campionato Primavera. Quale allenatore ti ha fatto crescere di più in questi anni? “Con Gallo mi sto trovando benissimo a Como. Tra gli allenatori che ho avuto in passato quello con cui sono cresciuto di più è sicuramente Fulvio Pea. Lui al Monza mi ha fatto esordire in prima squadra e con lui sono ho imparato a vivere il calcio “dei grandi”. Già con Tonino Asta nella stagione precedente avevo lavorato molto, ma con Pea è arrivata la mia maturazione”.
Qual è, invece, il giocatore da cui hai imparato di più?
“Sicuramente Claudio Grauso. È anche lui un centrocampista ma ha caratteristiche diverse dalle mie, è un giocatore di corsa e interdizione, io invece sono una mezzala d’ordine, mi piace smistare palloni e mandare i miei compagni in rete. Ha visto in me delle buone potenzialità e mi ha dato molti consigli ai tempi del Monza, si fermava con me a fine allenamento per lavorare su alcuni aspetti e questo mi ha fatto crescere molto”.
Nell’estate del 2015 sei arrivato al Milan e l’allenatore era Sinisa Mihajlovic. Hai svolto la preparazione con i calciatori rossoneri prima di andare in prestito al Lecce. Cosa ti ha stupito del tecnico serbo?
“Ho un ricordo bellissimo degli allenamenti della scorsa estate con Mihajlovic. Con lui in poche settimane ho imparato molto. Ho sentito da subito il profumo della Serie A. I giocatori del Milan hanno una velocità di gioco e di pensiero impressionante e una tecnica incredibile. Mihajlovic è bravo come allenatore perché dice le cose in faccia. Non si fa problemi a dire ciò che pensa, qualsiasi cosa sia. È un allenatore moderno, da come si rapporta con i giocatori si vede che ha smesso da poco di giocare, sembra ancora uno di loro ma sa farsi rispettare, eccome. In quelle settimane mi ha colpito molto de Jong, un vero leader. Dava consigli preziosi a me e Manuel (Locatelli, ndr) sia in allenamento che negli spogliatoi”.
A proposito di Locatelli, come commenti l’exploit di questo inizio di stagione con la maglia del Milan?
“Io conosco molto bene Manuel, già l’anno scorso era in ritiro con la prima squadra ed eravamo anche compagni in Nazionale Under 19. È un vero e proprio talento, giocava sotto età con la maglia degli Azzurri perché eravamo tutti classe 1997 e poi c’era lui, più piccolo rispetto a noi di un anno. Sul campo, però, molti gli avrebbero dato più anni per la maturità con cui gioca. Ha una visione di gioco incredibile e in più ha grande tecnica. Con l’infortunio di Montolivo potrebbe trovare ancora più spazio. Montella sin qui ha dato grande fiducia a Manuel e lui la sta ripagando nel migliore dei modi. Ha la testa e le qualità per reggere la pressione e sostituire il capitano rossonero davanti alla difesa. L’anno scorso Mihajlovic ha dato fiducia a Donnarumma e adesso Gigio è uno dei più forti portieri d’Italia, ora potrebbe essere il turno di Locatelli”.
Il nuovo Milan dei giovani stimola anche chi, come te, sa di essere monitorato per il futuro?
“Assolutamente sì. Nel vedere così tanti giovani in questo Milan di Montella io sono ancora più stimolato, soprattutto perché il mio obiettivo è conquistare un posto in prima squadra entro tre anni e lavoro duro per farcela. Qui a Como ho trovato l’ambiente ideale per crescere, non posso che essere felice delle scelte che ho fatto da quando il mio cartellino è diventato di proprietà dei rossoneri”.
Ma in estate hai avuto modo di parlare personalmente col nuovo allenatore del Milan? “Purtroppo no, sapevo già di andare in prestito al Como e ho fatto tutto il ritiro coi miei attuali compagni. A giugno tornerò al Milan e parlerò con la società per trovare la soluzione adatta per il mio futuro”.
Prima di approdare al Milan il tuo nome è stato accostato anche all’Inter…
“È vero, dopo il fallimento del Monza sono stato contattato da tre società: Milan, Inter e Torino. Ho ricevuto ottime proposte dai club, ma ho scelto di accettare quella rossonera perché sin da bambino tifo Milan. Inoltre il progetto dei rossoneri valorizza molto i giovani: la società sta svecchiando la rosa e un domani potrei essere io il prossimo Donnarumma o Locatelli (ride, ndr)”.