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    Diario di una quarantena, un italiano a Parigi: 'Francesi sottovalutano il virus! Come ho vissuto Psg-Dortmund'

    Diario di una quarantena, un italiano a Parigi: 'Francesi sottovalutano il virus! Come ho vissuto Psg-Dortmund'

    • Luca Fazzini
    È quasi ora di cena, la giornata sta per concludersi. Pasquale ha appena finito di lavorare, è stanco, ma parlare di calcio gli dà una scossa particolare. Lo fa, con noi di Calciomercato.com, per oltre quaranta minuti. Originario di Grisolia, in provincia di Cosenza, vive a Parigi dal 2015. "Mi sono trasferito qui a 25 anni" ci spiega. "In Italia ci sono pochissime possibilità di lavoro, ho raggiunto lo zio in Francia. Ho iniziato in un ristorante italiano, oggi faccio il postino. Anche se il mio sogno è sempre stato quello di fare il giornalista sportivo". Pasquale è sincero, aperto: ci racconta la sua vita con dignità. "In fondo io ci spero sempre, non si sa mai...".

    UNA VITA PER IL PARIS - Tifa Juve, ma in parallelo ha un debole per il Paris Saint-Germain: "Ho amato da sempre questa città. E non sono un fan del PSG qatariota, seguivo questa squadra dai tempi di Bernard Lama, di Pauleta e poi di Ronaldinho". Pasquale vive per il PSG: ci racconta di quando, in città, ha incontrato il "disponibilissimo" Ibra, della foto con Neymar, di come sia in attesa di novità sull'abbonamento per il prossimo anno. Senza dimenticare le questioni tecniche: ce le snociola tutte, dai dubbi sul tecnico Tuchel all'elogio di Marquinhos, "unico guerriero in una squadra di troppe star".

    IL FAN CLUB - La sua passione calcistica, unita al sogno lavorativo, lo ha portato da poco a creare sui social un fan club italiano del PSG. "Online ho conosciuto Alex, un ragazzo di Modena. Tutto nasce al McDonald's, davanti ad un hamburger: ci è venuta l'idea di una pagina in cui raccontiamo la quotidianità del Paris, con foto, notizie, commenti e curiosità. E abbiamo il progetto di un grande raduno al Parco dei Principi". Mercoledì sera, però, nonostante l'adrenalina e la serata storica, è rimasto in casa. Il Governo aveva infatti sospeso gli eventi con più di 1000 persone, mentre la Uefa aveva stabilito le porte chiuse per il match contro il Borussia Dortmund.

    LUI A CASA, I PARIGINI AMMASSATI IN STRADA - Messaggio mandato ma non recepito. "Per i parigini era una partita sentitissima, si voleva spezzare la maledizione legata ai quarti di Champions League. Intorno alle 14.30 sono andato in un supermercato vicino allo stadio, c'erano già tifosi eccitati che bevevano e aspettavano l'ora X". Eh già, perché nonostante le disposizioni, i tifosi si sono ritrovati in migliaia fuori dall'impianto, supportando la squadra durante la gara e festeggiando con i giocatori al termine. Scene perfettamente riassumibili con l'ormai familiare espressione 'assembramento di persone'. "Ho visto le immagini in tv, da tifoso dico che erano fantastiche e commoventi" ammette Pasquale, che però sottolinea: "Avrebbero potuto evitarlo. Le autorità dovevano impedire tutto ciò. I francesi stanno sottovalutando il coronavirus, lo considerano una semplice influenza. Quanto successo l'altra sera al Parco dei Principi rappresenta la sintesi della mentalità francese, una mentalità aperta che spesso vuole però trasgredire le regole, con menefreghismo. Bisognava festeggiare, ma non in quel modo. È stata un'uscita a vuoto". 

    'NE USCIREMO' - Pasquale è amareggiato, quasi deluso da quei tifosi che, fin qui, erano stati compagni di tifo sulle tribune del Parc. Pensa alla sua Italia, nel momento più difficile. Con un augurio speciale: "È vero, è solo un gioco. Ma è parte della nostra vita. Mi sento vuoto, e le porte chiuse negli stadi mi mettono ansia. Ma prima di tutto la salute, ne usciremo, e lo faremo tutti insieme!". Un amante del pallone dal tifo intelligente. Chapeau

    @_lucafazzini

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