Diario di una quarantena, Guglieri tra Serie D e Croce Rossa: 'Volontario per la comunità. Sembra la guerra'
Ettore abita a Farini, un piccolo paesino in provincia di Piacenza, tra le prime colpite dall'allarme coronavirus. "Ci sono poche anime, abbiamo un piccolo Pronto Soccorso, dove c'è la sede della Croce Rossa. La maggior parte del paese fa volontariato, ci aiutiamo e diamo una mano alla nostra comunità. Non mi costa tanto, faccio due turni al mese dalle 20 alle 8 del mattino. Mi capita di fare anche viaggi di 45 km per andare a Piacenza, magari per trasportare un anziano". Fatica e sacrifici al servizio dei concittadini malati. "Certo, capita che con tre-quattro uscite nel corso della notte diventi difficile dormire" racconta. "La mattina non sono molto attivo, faccio i turni a inizio settimana lontano dalla partita".
Piacenza, dicevamo, è stata tra le provincie più colpite. Perché Codogno, tra i primissimi focolai italiani, dista solo 45 chilometri. "L'emergenza ci ha un po' spiazzato. Non è che non le ho dato peso, ma non mi aspettavo fosse una cosa così grossa. Quando Piacenza si è trovata in difficoltà mi sono accorto che la cosa era molto seria. L'ospedale ha iniziato a intasarsi, la situazione si è fatta pesante. Gli infermieri dicono che è come essere in guerra, manca solo il sangue. Ho mandato un messaggio ai miei compagni di squadra per aiutarli a capire, alcuni non si rendevano conto semplicemente perché non vedevano la nostra zona. A livello umano è difficile, penso a tutti quelli che hanno intorno persone anziane".
Ecco, allora, che l'aiuto dei volontari diventa - se possibile - ancor più importante: "Mi è capitato di essere in turno da quando è scoppiato l'allarme, ho sanificato un mezzo della Croce Rossa. Ho dovuto dare un po' meno disponibilità per stare vicino a mio padre, ma so che in sede stanno facendo i salti mortali. A Piacenza ci sono almeno sei ambulanze predisposte solo per il coronavirus, viaggiano ininterrottamente. Senza parlare di dottori e infermieri, che lavorano a contatto con questa piaga".
A strappare un sorriso ci pensa, come sempre, il calcio. "Il mister ci tiene sotto!" giura Guglieri. "Abbiamo un programma quotidiano da seguire. Io vivo in collina, riesco a fare una corsetta, ma non tutti possono. Ci teniamo in contatto, il mister tiene vivo il gruppo con una sfida diversa ogni giorni: i palleggi con la carta igienica, le flessioni, i plank, i palleggi con la testa...". Ettore sa bene, tuttavia, che la sfida più importante è un'altra. Parola di un calciatore dal cuore grande.