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    Diario di una quarantena, Bogdani a CM: 'La mia Albania aiuta l'Italia, non siamo come ci descrivevano! Il gol contro Ibra...'

    Diario di una quarantena, Bogdani a CM: 'La mia Albania aiuta l'Italia, non siamo come ci descrivevano! Il gol contro Ibra...'

    • Luca Fazzini
    Erjon Bogdani mostra il petto, orgoglioso della sua Albania. È un fiume in piena che snocciola con dignità e umiltà, in un italiano perfetto, ricordi avvolti da un sentimento comune, la riconoscenza per l'Italia. Lì dove arrivò vent'anni fa: era il gennaio 2000, ecco la Calabria. "Giocavo in Croazia, poi mi ha comprato la Reggina" racconta in esclusiva a calciomercato.com il protagonista odierno di Diario di una quarantena. "Era il mercato di gennaio, la squadra non era messa benissimo. I tifosi erano scettici, speravano di prendere un attaccante conosciuto, il mio non era un grande nome. Però sono stato bravo a mettermi in gioco, ci siamo salvati e i tifosi mi hanno conosciuto meglio, anche come persona. Con l'Italia ho un ottimo rapporto, in tutte le città in cui sono stato mi sono trovato bene. Mia moglie è italiana, viviamo qui e abbiamo anche una casa a Verona. Sto molto bene qui, come in passato. I tifosi mi volevano bene perché oltre ai gol ho sempre sudato la maglia, mi impegnavo tantissimo. Mi hanno sempre applaudito e accettato".

    ITALIA, SECONDA CASA - Un rapporto costruito e maturato nei 13 anni trascorsi tra Reggina, Salernitana, Verona, Siena, Chievo, Livorno e Cesena. Tanto che da diversi anni ha deciso di trasferirsi definitivamente nel Belpaese. Merito anche di Don Paolo Cecere, un prete italiano con il quale il legame è stato da subito fortissimo. Aiuti reciproci in Albania e in Italia, fino alla celebrazione del matrimonio con Rossella, avvocatessa salernitana: "Con Don Paolo ho un rapporto molto bello. Nei primi anni veniva spesso in Albania, nella mia casa di Tirana e distribuiva aiuti alle città vicino. È nato questo legame, successivamente ci ha anche invitato a Castellammare di Stabia. Gli sono riconoscente". L'Italia, ora, per Erjon è una seconda casa. Qui vive insieme alla famiglia: "Sono a Salerno, insieme a mia moglie e ai miei figli. Siamo chiusi in casa, come è giusto che sia. Speriamo di sconfiggere presto questo virus per tornare alla normalità". 

    Per farlo, l'Italia si affida anche all'aiuto della sua Albania. È diventato virale il video del bellissimo discorso di Edi Rama, premier albanese, che annunciava la partenza di 30 tra medici e infermieri con destinazione Italia. "È un bellissimo gesto, apprezzato in Italia e in Albania" continua Bogdani. "Siamo un popolo riconoscente all'Italia, abbiamo un legame fortissimo. Non ci scordiamo mai dell'aiuto italiano, negli anni '90 gli italiani ci hanno aperto le loro porte e dato da mangiare, ci hanno aiutato a trovare lavoro. In questo momento di bisogno anche l'Albania ha dato il proprio contributo: è stato un bel gesto, non siamo quel paese che tutti descrivevano. Oggi in Albania si studia, ci sono tanti professionisti e diversi medici, alcuni sono venuti qui in Italia".

    Nell'album dei ricordi c'è spazio anche per il calcio. Partendo dal 2-0 inflitto con la maglia del Cesena al Milan. Era l'agosto del 2010 ed Erjon aprì le marcature: "Una delle serate più belle della mia carriera, insieme alla tripletta al Palermo segnata con la maglia del Siena. Quell'anno ci dicevano che non eravamo all'altezza, ma nelle prime due giornate abbiamo pareggiato a Roma e battuto il Milan. C'erano Ibra, Pirlo, Ronaldinho, Seedorf...dopo la partita ho parlato con Seedorf e Pirlo e gli ho detto che secondo me avrebbero vinto lo scudetto. Così è stato". Chapeau.

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