Di Maio come l'Inter di Helenio Herrera, ma Di Battista non è Mazzola...
E’ in particolare la motivazione addotta da colui che ambirebbe a diventare il premier di questo nostro povero Paese, governato da uomini politici che sono la parodia desolante di quello che si dovrebbe intendere per statura etico-morale dello statista serio, a lasciare di sale. Parafrasando la scelta in termini e in immagini sportive sarebbe come se il Barcellona o qualsiasi altra squadra di grande levatura rifiutasse di giocare un’amichevole contro un’avversaria di minor caratura. Un paragone che vale anche per ciascuna altra disciplina sportiva laddove l’agonismo non ha, per fortuna, barriere di carattere filosofico.
Di Maio (foto agora24), evidentemente, lo sport con le sue regole di lealtà e di “vinca il migliore” che non è sempre il più forte, non sa neppure dove stia di casa e pertanto andrebbe istruito in proposito. Ammenochè dietro la decisione del penta stellato non vi sia la presunzione, ma la paura e lui per primo sappia che una sconfitta contro una piccola squadra non è poi un fatto così occasionale.
Se poi, addirittura come pare possa accadere, sul ring televisivo dovesse presentarsi la “riserva” Di Battista a confrontarsi con Renzi allora, sempre volendo usare un paragone calcistico, sarebbe la replica di una famosa Juventus-Inter di antica memoria quando per protesta Helenio Herrera mandò in campo la squadra Primavera. Lo sport e il calcio si salvarono egualmente perché quel giorno esordì in nerazzurro Sandro Mazzola e lo stadio era egualmente pieno. Non come le urne in Sicilia disertate, massicciamente, da tutti coloro che in questa politica dei burattini non credono più.
@matattachia