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    Roma, Di Francesco: 'Avevo escluso Karsdorp perché non lavorava bene. Oggi la squadra ha i punti che merita'

    Roma, Di Francesco: 'Avevo escluso Karsdorp perché non lavorava bene. Oggi la squadra ha i punti che merita'

    Eusebio Di Francesco è tornato a parlare di Roma. L'ex tecnico giallorosso lo ha fatto nella splendida cornice di Palazzo Morgagni, in occasione della presentazione del libro “Dalla Curva Sud al paradiso”. Tanti i temi trattati, dalla vicenda Karsdorp fino al momento che sta attraversando la formazione di Mourinho.

    Anche lei ha avuto problemi con Karsdorp?
    “Chiariamo questa cosa. Io non ho avuto una discussione con lui ma l’ho lasciato fuori per scelta tecnica. Non l’ho fatto solo con lui ma anche con altri giocatori della Roma. L’ho lasciato in tribuna per fargli capire che doveva lavorare in maniera differente. Rick è un ragazzo come gli altri non so cosa è successo con Mourinho. Per me è un bravo ragazzo, magari ha sbagliato qualche partita. Con me ha avuto un infortunio al ginocchio che lo ha portato ad avere un rendimento non costante, ma negli ultimi anni era cresciuto tantissimo è lo ritengo un ottimo calciatore" 

    Il momento della Roma
    "L’anno scorso stava meno bene in classifica. Quest'anno è cresciuta. Ha alternato partite buone a gare meno buone. Manca un po' di qualità nella manovra e nel gioco e ha dimostrato l'altra sera che non può fare a meno di un giocatore come Dybala, pur sapendo che l'argentino non può giocarle tutte. Credo che la Roma abbia i punti che merita. L’ho detto spesso anche della mia. La squadra porta a casa quello che si vede in campo. E’ prematuro dare un giudizio ora".

    Quale squadra l'ha impressionata maggiormente?
    "Troppo facile in questo momento dire il Napoli. Ma dal punto di vista del gioco, di continuità di risultati, non solo in Italia, e anche per la freschezza dei ragazzi che ha messo dentro, credo che sia la squadra più europea del nostro campionato"

    Quali allenatori sta seguendo di più in questo periodo?
    "Seguo un po' tutti gli allenatori della Serie A. Mourinho ha delle ottime capacità comunicative e strategiche, lo avevo detto anche in passato. Alcuni errori che ho fatto io, lui non li ha commessi. Tatticamente ognuno al suo pensiero, ormai siamo un po' tutti allenatori. Ma be venga questo fatto, se fossimo tutti uguali sarebbe un disastro. Io sono sempre stato attento alla ricerca delle posizioni e dell'attenzione alla palla. Ora invece si punta più sull'aggressività in campo. Però ricordiamoci che il calcio non è fatto solo di tecnica e tattica. Anche la parte fisica può fare la differenza, lo si vede quando le squadre calano di rendimento. Diventa fondamentale avere un'ottima preparazione, cercando di mandare i giocatori anche oltre le proprie possibilità per provare a migliorarli. Torna un po' il concetto che portava avanti mister Zeman. Magari non proprio così, ma lui è stato un po' un precursore".

    La sosta lunga
    "Sembra come il campionato Argentino, con Apertura e Clausura. Forse cambierà qualcosa alla ripresa, un vantaggio ce l'hanno tutte quelle squadre che hanno qualche difficoltà, per lavorare meglio sugli aspetti su cui sono state più carenti, ma non possiamo essere certi di come la sosta influirà sul campionato".

    Su Pellegrini.
    “Ha acquisito una grande personalità e senso di appartenenza, essendo il capitano. Nei momenti difficili lo ha dimostrato. Per esempio battendo il rigore a tempo scaduto, che non è mai facile. Belotti lo ha dimostrato, che si possono anche sbagliare nei momenti decisivi. Lorenzo è un giocatore cresciuto tantissimo. Spesso vi lamentate del turn over ma non tutti i giocatori possono avere lo stesso rendimento giocando sempre. Qualche volta cambiare serve per tutelare il giocatore dal punto di vista fisico. Pellegrini a volte ha dei problemi di tenuta sotto questo punto di vista. Meglio allora, secondo me, perderlo per mezza partita che per 3/4 di fila".

    Cosa non rifarebbe?
     “Al mio secondo anno mi sono trovato ad avere un mercato non all’altezza rispetto a quello fatto l’anno prima. L'ho già detto altre volte, mi aspettavo scelte e delle operazioni diverse per poter portare avanti il percorso col 4-3-3 come lo avevo intrapreso nel primo anno. Poi ho dimostrato di poterlo modificare in base alle partite ma potevamo fare meglio. Un po’ forzato il fatto di voler andare via dopo il Porto. Tornassi indietro non lo rifarei, vedendo le mie esperienze dopo non troppo fortunate. Spero in futuro di sbagliare di meno”.

    Su Dzeko
    "Io l'ho sempre difeso. Per me è un giocatore eccezionale e lo ha dimostrato. L'ho sempre fatto giocare, anche quando si diceva che potesse avere la testa altrove perché si parlava di un suo trasferimento al Chelsea. Lui è sempre stato un professionista esemplare. Arrivava al campo un'ora prima e se ne andava un'ora dopo".

    Possibile futuro all'estero?
    "Sto valutando diverse ipotesi. Sono predisposto tantissimo per andare anche all'estero e c'è stata qualche opportunità, che ho rifiutato. Altre che sono poi svanite. Vedremo. La voglia di tornare c'è. Stare tanto tempo a casa fa male. Voglio dimostrare che negli ultimi anni ho sì sbagliato qualcosa, ma anche imparato tanto e che sono sempre un allenatore all'altezza. Non posso dirvi nulla però su possibili movimenti in corso al momento. Anche perché fino a giugno sono sotto contratto col Verona".

    Su Zaniolo
    “Zaniolo è bravissimo, ha grandi potenzialità, ma a volte sembra che sia rimasto quello che era all'inizio. Durante le gare deve migliorare la lucidità nelle scelte finali. Utilizza questa sua grande forza fisica. A volte servirebbe un po’ più di fioretto. Lo fa, ma potrebbe fare meglio perché ha i mezzi”.

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