Dentro il caso Chiesa-Juventus: le tappe del divorzio, il discorso alla Continassa, gli scenari per il futuro
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LE TAPPE DEL DIVORZIO - Ma come si è arrivati a questo punto? Da "ragazzo d'oro" e nelle intenzioni della Juve pure il vero sostituto di Cristiano Ronaldo, Chiesa è diventato il problema di un intero mercato, il punto dal quale non ripartire per vedere una squadra diversa, nelle idee e negli uomini. Il distacco dal club si crea poco meno di un anno fa, e si dilata nel tempo, quando davanti ai primi approcci per il rinnovo del contratto Federico non accetta l'idea bianconera di tenerlo alle stesse condizioni, di non riconoscergli quello status da top player che Chiesa sentiva (e sente ancora oggi) di aver acquisito, specialmente dopo aver guidato l'Italia alla vittoria dell'Europeo nel 2021.
A FINE STAGIONE - Una volta conclusi - con un bel nulla di fatto - i primi dialoghi a metà della passata stagione, la Juve e il giocatore si sono dati del tempo per pensare, riflettere, trovare proposte per tenersi o separarsi. Chiesa confidava in un grande finale di stagione per consolidare la sua posizione, il club avrebbe voluto conquistare prima la Champions League per programmare con più calma il futuro. Entrambe le parti sono rimaste insoddisfatte di quanto prodotto e il cambio in panchina ha generato nuove incertezze. Thiago Motta, davanti alla possibilità di poter fare a meno dell'esterno, non ha mai opposto barricate. L'ha ritenuto un elemento sacrificabile, senza comunque rinnegare la qualità e i colpi.
L'ULTIMA PROPOSTA - Giuntoli si è fatto inevitabilmente forte del placet dell'allenatore e, pur nelle difficoltà, a Chiesa era stata paventata la possibilità di prolungare il tempo insieme. Una sorta di accordo-ponte per rimandare alla prossima estate tutto quello che sta accadendo in questi giorni. Più tempo avrebbe significato innanzitutto più possibilità di trovare offerte, ma anche una vetrina superiore per il calciatore, rientrato solo nella passata stagione a ritmi normali e a un ruolo centrale all'interno della squadra. Fede no, non l'ha pensata così. Ha immaginato un Europeo al vertice, ha poi dato priorità a tutto il resto, aspettando notizie certe dalla società sul suo ruolo e sul suo destino. Quando l'Italia è crollata sotto i colpi della Svizzera, in tanti immaginavano che la sua situazione avrebbe preso una direzione certa. Invece no: c'è stato il matrimonio, il focus su quello, i compagni che tornavano alla Continassa nello stesso giorno in cui diceva 'sì' alla sua Lucia.
LO STRAPPO - Il 23 luglio, tre giorni dopo le nozze, Chiesa è tornato alla Continassa e si è messo a lavorare con i compagni finiti sul mercato, mentre Thiago Motta e il gruppo lavoravano al centro adidas in Germania. Sembrava un quadretto coerente, praticamente logico se pensiamo a tutto quello che si è letto, scritto, fantasticato. Al ritorno dal ritiro, il club ha deciso però di farlo allenare con i compagni, di dargli la possibilità di partecipare a tutte le esercitazioni, senza esclusioni di alcun tipo, come magari si fa - e si è fatto - con chi aspetta solo di andar via. E' stato l'unico atto di vicinanza più o meno concreta tra Juventus e Chiesa. Anzi: il secondo. Due giorni dopo il ritrovo di tutte le parti al centro bianconero, è andato infatti in scena il colloquio tra Thiago Motta e il giocatore, alla presenza di Giuntoli. Possibile che lì sia emersa tutta la verità sul suo caso. Su ciò che si aspettasse l'allenatore, in primis. Sulle mosse della società, subito dopo.
GLI SCENARI - E' difficile dire oggi cosa ne sarà di Federico Chiesa. Perché lo scenario più allettante per lo stesso calciatore è esattamente ciò che vuole evitare il club. Ossia: perderlo a zero, e magari in direzione Milano. Sarebbe una beffa enorme per la Juve, ma forse pure un'occasione irripetibile per il ragazzo. Che ha ricevuto proposte dalla Roma (pre Soulé) e dal Napoli (mai concretizzate), ha aspettato il mercato in Premier nonostante quest'ultimo non si sia mai scaldato. Ha un prezzo, ed è più che onesto per il valore del giocatore: 20-25 milioni per andare via. E 28 giorni ancora di tempo.