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Della Valle blinda Chiesa: 'Deve stare qui'. Ma Corvino fallisce gli obiettivi
Il blitz di Andrea Della Valle nel ritiro di Moena ha sancito un solco alla preparazione e al mercato. La proprietà si sta progressivamente ravvicinando dopo le guerriglie a distanza di un anno fa, ma la tifoseria è ancora nettamente spaccata. La visita di ADV – insieme al Presidente Mario Cognigni – è stata però accolta con affetto, in un abbraccio di folla al quale l’imprenditore marchigiano non si è sottratto, anzi.
DECISIONI – “Con queste domande di mercato… Deve rimanere qui”, ha risposto con il sorriso a un tifoso che gli chiedeva lumi sulla possibile cessione di Chiesa. “Ci manca qualche ritocchino e la squadra è pronta”, ha invece dichiarato ai nostri microfoni all’uscita dall’albergo ‘Dolce Casa’ nel quale soggiorna la Fiorentina. “Abbiamo fatto un investimento per Lafont, il progetto può ancora regalare molto a Firenze”, ha chiosato Della Valle fuori dall’hotel.
DI CONTRO – La realtà, però, stona con i desideri e la fantasia. Perché Pantaleo Corvino ha praticamente fallito la pista legata a Mario Pasalic – subendo un imbarazzante sorpasso dall’Atalanta – e ha visto impennarsi le difficoltà per arrivare a Marko Pjaca. La Juventus vuole un anticipo, i viola hanno ritrattato l’offerta iniziale proponendo un prestito con diritto di riscatto e controriscatto. Niente prestito oneroso con obbligo e futura recompra, dunque. Niente che possa soddisfare Marotta e Paratici.
E I SOLDI? – Esatto, è la domanda che rappresenta il vero problema. Perché Corvino, ieri sera, ai microfoni di Sportitalia ha affermato come il budget è praticamente finito. E questo è un danno: senza le cessioni degli esuberi – fino ad ora sono partiti solo Tomovic e Gaspar – il margine di manovra è incredibilmente esiguo. Da qui nascono le difficoltà incontrate progressivamente sul mercato, fin dal primo approccio con Meret. Saponara, Eysseric, Olivera e Cristofono, quattro dei tanti che dovranno essere ceduti per poter ampliare gli innesti.
MOSSE – Poco tempo per correre al riparo. Domani la sentenza del TAS, dopo sette giorni l’ipotetico preliminare. Mancano un uomo davanti alla difesa – probabilmente meno regista e più muscolare – e un esterno d’attacco. Poi tutto il contorno di seconde linee all’altezza. Da Soucek al ritorno per Grassi, fino alle piste estere al momento in sordina. Corvino e Freitas lavorano in un mare di falle e difficoltà, ma il Presidente ha portato il buonumore. O almeno, ci ha provato.
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DI CONTRO – La realtà, però, stona con i desideri e la fantasia. Perché Pantaleo Corvino ha praticamente fallito la pista legata a Mario Pasalic – subendo un imbarazzante sorpasso dall’Atalanta – e ha visto impennarsi le difficoltà per arrivare a Marko Pjaca. La Juventus vuole un anticipo, i viola hanno ritrattato l’offerta iniziale proponendo un prestito con diritto di riscatto e controriscatto. Niente prestito oneroso con obbligo e futura recompra, dunque. Niente che possa soddisfare Marotta e Paratici.
E I SOLDI? – Esatto, è la domanda che rappresenta il vero problema. Perché Corvino, ieri sera, ai microfoni di Sportitalia ha affermato come il budget è praticamente finito. E questo è un danno: senza le cessioni degli esuberi – fino ad ora sono partiti solo Tomovic e Gaspar – il margine di manovra è incredibilmente esiguo. Da qui nascono le difficoltà incontrate progressivamente sul mercato, fin dal primo approccio con Meret. Saponara, Eysseric, Olivera e Cristofono, quattro dei tanti che dovranno essere ceduti per poter ampliare gli innesti.
MOSSE – Poco tempo per correre al riparo. Domani la sentenza del TAS, dopo sette giorni l’ipotetico preliminare. Mancano un uomo davanti alla difesa – probabilmente meno regista e più muscolare – e un esterno d’attacco. Poi tutto il contorno di seconde linee all’altezza. Da Soucek al ritorno per Grassi, fino alle piste estere al momento in sordina. Corvino e Freitas lavorano in un mare di falle e difficoltà, ma il Presidente ha portato il buonumore. O almeno, ci ha provato.