Fiorentina: col 3-5-2 cambia il mercato?
Nato come un'esigenza forzata, visto che a Siena, con Cassani assente, nella ripresa è dovuto uscire De Silvestri e Pasqual era in panchina, lo schema 3-5-2 potrebbe essere tutt'altro che una soluzione temporanea per la Fiorentina. L'analisi dei dati post-gara da parte dello staff tecnico viola ha messo in evidenza come proprio con la difesa a tre la squadra non solo abbia giocato i migliori 20 minuti della gestione Delio Rossi - quelli fra il 60' e l'80' -, ma abbia anche aumentato il proprio possesso palla, l'incidenza del centrocampo a supporto delle punte, e rischiato il meno possibile negli ultimi venti metri. Ecco che allora il 3-5-2, che a Firenze non si vedeva da 13 anni - l'ultima volta con Alberto Malesani -, potrebbe servire da punto di riferimento per l'imminente riapertura del mercato di gennaio.
Dal momento del suo arrivo sulla panchina viola, Delio Rossi ha avuto tre diversi colloqui in vista della riapertura delle trattative (nelle quali Pantaleo Corvino si gioca anche una parte importante del suo futuro come dirigente della Fiorentina). Nel primo il tecnico ha chiesto tempo ai suoi dirigenti per valutare tutta la rosa a sua disposizione; e infatti, oltre ai sei cambi di modulo in un mese e mezzo, Rossi ha messo in campo praticamente tutta la rosa gigliata, fra campionato e Tim Cup, evitando solo di utilizzare gli elementi più in ritardo di condizione o reduci da lunghi infortuni, come Marchionni, Kroldrup, Felipe e Gulan, oltre a Cassani e Romizi. Nella seconda (lunghissima) chiacchierata, alla presenza sia del d.s. Corvino che del presidente Mario Cognigni (con quest'ultimo che poi ha riferito all'azionista di riferimento Andrea Della Valle), l'allenatore ha indicato tre priorità, oltre che snellire la rosa dagli esuberi: un centrocampista, un trequartista 'moderno' e una prima punta.
Le difficoltà maggiori in casa Fiorentina derivano dal fatto che prima di acquistare c’è la necessità di fare cassa e poi di abbassare ulteriormente il monte ingaggi. Così, dopo le risposte positive sul 3-5-2, Delio Rossi nel terzo e ultimo colloquio ha chiesto uno sforzo particolare ai massimi dirigenti viola (in particolare ad Andrea Della Valle), spiegando che è soprattutto una prima punta, che già conosca il campionato italiano e abbia nel 'carnet' un buon numero di reti, l'esigenza primaria. Il nome proposto dal tecnico viola è Maurizio Pinilla del Palermo, funzionale nel ruolo di primo riferimento offensivo ma in grado di giocare anche da seconda punta o da 'rifinitore' dietro altri attaccanti, nei casi di emergenza. Mentre piace tantissimo, ma solo nel ruolo di 'terzo' attaccante - qualora si trovasse un'offerta per la cessione in prestito di Babacar -, Alfageme del Grosseto (in ponte uno scambio di prestiti con Romizi).
Ecco perché Gilardino non è più considerato un incedibile, ed ecco perché se, oltre a Marchionni, arrivasse un'offerta concreta anche per Cerci, Delio Rossi non si opporrebbe. Tornando alla difesa a tre: il mister gigliato ha dato il suo via libera al prestito di Camporese - pur stimando tantissimo il classe '92 -, lasciando facoltà a De Silvestri di decidere del proprio futuro, visto che l'ex laziale lo ha deluso non tanto per l'impegno quanto per il rendimento. Oltre ad un centrocampista - più un tipo dinamico alla Biondini che uno prevalentemente addetto all'interdizione come Palombo - si cerca un esterno di fascia ambivalente. A prescindere dagli schemi, Delio Rossi punta alla conferma certa, almeno fino al prossimo giugno, di due dei giocatori più importanti della Fiorentina: Juan Manuel Vargas e Riccardo Montolivo. Quest'ultimo non ha nessuna intenzione di muoversi a gennaio. Per il peruviano dipenderà molto dalle offerte che giungeranno, anche se il suo procuratore lavora più in vista del prossimo giugno, sul mercato inglese e tedesco, che in vista delle trattative invernali.