Del Piero, il genio con la valigia
I gol di Del Piero non cambiano i piani della Juve: ultimo mese a Torino, nonostante la pressione dei tifosi. Il cuore lo spinge lontano dall'Italia (e dal Milan).
Quando la valigia è già stata fatta, da altri dice Alex Del Piero, non resta che scegliere la destinazione. La prima cartolina gli è arrivata dal Trap: «Merita di essere messo tra i grandi del calcio. E se vuole anche diventare irlandese, io lo aspetto». Mica facile traslocare dopo 19 anni, 700 partite (per ora), 288 gol (per ora) e 15 trofei (per ora): mobilio di un’unica casa, che da qui al 20 maggio magari aumenta pure. «Inseguirò il destino», sussurra il capitano. O il talento. «Giocherò ancora, questo è sicuro», è la certezza di sempre. «Abbiamo visto giorni migliori», dicono a Dublino. In bianconero: altrove, chissà.
Perché la Juve non ha intenzione di ripensarci, rinnovando il contratto con Del Piero?
Il Sunset boulevard bianconero del capitano avrà l’ultimo civico all’Olimpico di Roma, il 20 maggio, finale di Coppa Italia. O almeno queste sono le proiezioni da casa Juve: a 38 anni, il rinnovamento impone di ammainare anche una bandiera. La cronaca (recente) non allungherà la Storia. Il programma di governo, annunciato da Andrea Agnelli davanti all’assemblea dei soci, non cambia: sarà l’ultima stagione juventina di Alessandro Del Piero. Quello del presidente voleva essere un omaggio davanti all’arena più prestigiosa, ma il dieci ha gradito poco: «Addio concordato a fine anno con Agnelli? Concordato non è la parola giusta», disse Alex dopo aver steso l’Inter. Se l’addio diventa però questione di galateo, il club non è stato felicissimo della foto ricordo del capitano con l’uniforme del Milan. All’opposizione, ci sono quei tifosi che hanno firmato petizioni (30.000 sul sito Tuttojuve) o armato il televoto di ieri a Sky (oltre l’80% di sì) per il rinnovo del contratto. Anche se poi la passione annebbia i tabellini. Del Piero ha dato una bella mano in Coppa Italia, una pedata robusta con l’Inter e una vincente contro la Lazio. Ma non è vero che avrebbe potuto evitare tutti quei pareggi: in sei di quelli, Conte l’aveva spedito in campo.Quando a maggio il capitano chiuderà la carriera in bianconero, dove potrebbe andare a giocare?
Cuore, quattrini, ambizione o rivincita, aprono diversi menù. Seguendo il primo, mai Del Piero potrà far battere il suo sotto una divisa nemica, in Italia. A meno di non volerne spezzare migliaia, di cuori bianconeri, che sono pure un bel capitale. «C’è solo un capitano». Semmai, l’ambizione di essere ancora giocatore vero, e non solo bandiera da sventolare, potrebbero guidarlo in un club europeo, da Champions. Alla Raul, emigrato allo Schalke 04. Pedinando i soldi, ci sarebbero gli Emirati Arabi, mai presi in considerazione. Il West è allora l’ultima frontiera: Los Angeles, Stati Uniti. Dal basket Nba in giù, il pianeta dei giocattoli. La tourneé della scorsa estate offrì un bel depliant, Alex passò da star allo Yankee Stadium, il tempio dello sport Usa. L.A. e New York sarebbero le prime scelte nelle Major di soccer, solo che hanno i posti occupati, e in California imperversa Beckham. Così, l’offerta più solida (5 milioni di dollari l’anno) rimane quella dei Montreal Impact che cercano un’icona per la comunità italiana e l’esordio nella lega pro. In remoti angoli della mente, s’annida pure la rivincita. Un pensiero del Diavolo, leggi Milan. «I complimenti da persone di successo, nel calcio, fanno sempre piacere», racconta chi lo conosce bene. Solo che Pirlo per il Milan non era come Del Piero per la Juve.Finita l'era Alex, la Juve come pensa di sostituirlo? Cercherà un giocatore con caratteristiche simili?
Bisognerebbe clonare Del Piero, diceva Conte qualche giorno fa. Con tutta la fede nella scienza, i progressi dell’ingegneria genetica non arriveranno entro l’estate, quando Beppe Marotta e Fabio Paratici dovranno trovare dna vincente in altri soggetti. Che non saranno Giovinco. Se si può duplicare un umano, figurarsi un fenomeno, allora meglio seguire altre istruzioni. Quelle del tecnico. Per questo, si dà la caccia a una punta, che mai sarà numero dieci, di mestiere ancor meno di maglia. Le prime chiacchiere sono state fatte per Luis Suarez, uruguaiano del Liverpool in odore di scomunica dalla Premier League, e Gonzalo Higuain, argentino del Real Madrid alla ricerca del posto fisso. Entrambi offrono talento e gol, ma non potranno essere mai Del Piero. Magari peggio, magari meglio, ma diversi. Segue un’altra certezza: la clonazione virtuale costerà parecchio, in prezzo d’acquisto e stipendio. Le quotazioni vanno dai 25 milioni in su per lo shopping, oltre i 3,5 per la retribuzione. I Reds qualche apertura l’hanno concessa, più delicata la posizione a Madrid. Aspettando la concorrenza: chi non vorrebbe un nuovo Del Piero?