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  • De Siervo: "Convinto che la Superlega sia morta. Stadi in Italia? I fondi ci sono, è la burocrazia il problema"

    De Siervo: "Convinto che la Superlega sia morta. Stadi in Italia? I fondi ci sono, è la burocrazia il problema"

    • Paolo D'Angelo
    Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, è intervenuto a SPOBIS, uno degli appuntamenti più importanti dedicati allo sport business a livello mondiale in corso di svolgimento oggi e domani ad Amburgo. Di seguito le sue dichiarazioni: 

    "Negli ultimi anni il numero di partite è aumentato in modo significativo a causa dei nuovi format introdotti da UEFA e FIFA. Tuttavia, mentre con la UEFA esiste un dialogo costruttivo per bilanciare le esigenze delle competizioni europee con quelle nazionali, con la FIFA questo confronto al momento non c’è stato ed è per questo che, insieme al sindacato europeo dei calciatori, abbiamo avviato un’azione legale come Leghe europee".

    "Il risultato è che il calendario è sempre più congestionato e le squadre si trovano a dover affrontare un numero crescente di gare, spesso con ripercussioni dirette sulle competizioni nazionali. In Serie A, ad esempio, circa il 50% delle partite della prima parte della stagione è stato condizionato dagli appuntamenti delle otto squadre italiane coinvolte nelle coppe europee. Questo significa che devono gestire turnover forzati, infortuni e una distribuzione degli impegni che impatta direttamente sulla qualità e sulla competitività del nostro campionato".

    "Negli ultimi anni il calcio europeo ha affrontato sfide cruciali, tra cui il tentativo di introdurre un modello chiuso come la Superlega. Questo progetto è stato fermamente respinto dai tifosi, dalla UEFA e da tutte le Leghe europee perché crediamo in un calcio basato su meriti sportivi e su una competizione aperta. Oggi sono convinto che quell’idea di Superlega sia definitivamente “morta”. Uno dei motivi principali è che i grandi Club, promotori di questa iniziativa, stanno già beneficiando in modo significativo del nuovo formato della Champions League. Questo modello garantisce loro entrate molto elevate, riducendo l’interesse per soluzioni alternative. Basta guardare alcuni numeri: l’Inter, ad esempio, ha già incassato 90 milioni di euro dalla UEFA in questa prima parte stagione, una cifra in linea con quella che ha ricevuto vincendo lo scorso campionato italiano".

    "Se c’è un aspetto in cui il nostro calcio è rimasto indietro rispetto agli altri campionati europei è senza dubbio quello delle infrastrutture. Oggi la principale criticità della Serie A non è la qualità del gioco o la competitività, ma il fatto che molti dei nostri stadi non sono all’altezza degli standard internazionali. L’assegnazione a Italia e Turchia di Euro 2032 sta accelerando i processi per la realizzazione di nuovi impianti in città strategiche come Milano e Roma, oltre a Bologna, Cagliari, Empoli, Firenze e Genova. Tuttavia, la burocrazia continua a rappresentare un ostacolo enorme. Paradossalmente, in questo momento storico non mancano i fondi, i progetti o le idee, ma la capacità di trasformare questi piani in opere concrete".

     

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