Che Mattia De Sciglio fosse pronto a rinascere, non solo calcisticamente, qualcuno avrebbe potuto capirlo già il 19 luglio: giorno del suo arrivo a Torino per le visite mediche. Tra due voli extra-continentali che lo avrebbero portato dalla Cina rossonera agli Stati Uniti bianconeri, un sorriso smagliante che non poteva mentire. L'incubo era finito, De Sciglio poteva ricominciare dall'allenatore che più di ogni altro era riuscito a capirlo e valorizzarlo, dalla squadra che più di ogni altra ha saputo scommettere su di lui aspettando il momento giusto. Lontani anni luce le ironie di chi pensava ad un colpaccio in uscita del Milan, al di là di quanto poi sia stato o non stato spostato da Bonucci nel disastro rossonero di questa prima parte di stagione. Non è stato immediato né semplice, ma De Sciglio arrivati a ridosso di Natale è: un calciatore completamente nuovo, una scommessa vinta di Allegri, un acquisto riuscito della coppia Marotta-Paratici.LA RISALITA – Pronti via, la partenza è da dimenticare. Lo spezzone in Supercoppa con la Lazio lo vede asfaltato da Lukaku in occasione del gol di Murgia che regala il trofeo agli Inzaghi boys. Il secondo capitolo è quello che parla dell'infortunio del Camp Nou, a chiudere nel peggiore dei modi un inizio incoraggiante. Sempre la stessa storia? Sì, ma per poco. Un passo alla volta Allegri lo inserisce in formazione dopo l'infortunio, con la proverbiale prudenza del tecnico. E dall'infortunio di Lichtsteiner, cambia tutto: dopo un paio di minuti addirittura un gol di pura rabbia al Crotone, in sequenza prestazioni convincenti contro Napoli, Olympiacos, Inter e Bologna. Di corsa se c'è da correre, 'alla Barzagli' in più di un'occasione: perché la Juve che sviluppa il gioco con una difesa a tre vede proprio De Sciglio prezioso elemento d'equilibrio al fianco di Benatia. Meglio dirlo sottovoce, che non si sa mai: De Sciglio c'è, la fascia destra della Juve ha un nuovo padrone. Non potrà essere l'unico, ma l'emergenza non c'è più.