De Rossi: 'Futuro a Roma? Non so, ma voglio giocare. Conte e Spalletti due big'
"Ci sono quelli che vogliono smettere presto, quelli che vogliono smettere a 40 anni: io penso di voler fare una via di mezzo. Voglio chiudere con grandissima dignità. Se dovessi vedere che non c'è più una condizione accettabile e che non sto più al ritmo dei miei compagni smetto, ma non come autoflagellazione, autopunizione, semplicemente come una presa d'atto delle cose. Ma oggi mi sento forte. Mi sento ancora un calciatore vero". Daniele De Rossi, in una lunga intervista rilasciata a Undici, parla del suo futuro e del suo presente con la maglia della Roma. "Da un anno circa ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Prima ero sceso di prestazioni, era diminuita la convinzione che il mio fisico potesse reggere nel calcio italiano ed europeo a certi livelli. Poi, un po' la mia caparbietà, molto l'Europeo e il pre-Europeo con Conte e tutto il lavoro che ha fatto Spalletti e questa grande squadra che ha creato, hanno fatto sì che tutto fosse più facile. Io devo stare bene fisicamente per fare il mio calcio, ma ho anche bisogno di una squadra che mi sostenga. Sono un ingranaggio. Ed è da un po' che s'è incastrato tutto: arriva Conte, ti motiva in certi modi quando le cose non andavano bene, l'Europeo va in una certa maniera, anche se poi finisce male, ma è stato comunque un campanello: a certi livelli ci puoi ancora giocare e anche bene. Il contratto non è un pensiero continuo, prima o poi dovrò affrontarlo con la società. Ma non ci penso. E ho deciso di non parlarne. Ma voglio continuare a giocare ancora un po'. Ci può essere un dubbio su cento. Torniamo al discorso di prima. L'altro anno mi sono stirato quattro volte, se mi fossi stirato quattro volte quest'anno, visto che gioco per passione, perché mi diverto e non perché devo arrotondare, l'avrei pure preso in considerazione, anche perché ho dei progetti miei di vita per quando smetterò. Non ho mai detto che vorrei chiudere la carriera al Boca, ho detto che avrei desiderato giocare al Boca Juniors. Magari anche a vent'anni, o a trenta, o a trentacinque. E' uno dei miei desideri, lo è sempre stato. Mi piacerebbe essere in campo in un Boca-River alla Bombonera. E' una cosa che potrebbe mancarmi, tanto quanto mi potrebbe mancare giocare una finale di Champions o un Real-Barcellona. E forse le ultime due, se avessi fatto scelte diverse, le avrei potute giocare. Ma il Boca è un'altra cosa: lo stadio mi leva la vita, quando lo vedo. Zeman? C'era un giocatore che ritengo bravo, che sta facendo la sua buona carriera, Tachtsidis, che piaceva particolarmente a Zeman e lo riteneva più giusto di me per il suo gioco. Ho sempre trovato allenatori che mi hanno fatto giocare titolare, anche in condizioni precarie, uno a cui piacevo meno l'avrei dovuto trovare. E' statistica. Non credo ci sia altro. Non credo che Zeman sia un disonesto. La sua carriera e la sua storia parlano per lui, ha dimostrato spesso di avere una grande rettitudine, non vedo perché con me l'avrebbe dovuta compromettere. Per me non è stato un periodo facile e credo non lo sia stato neanche per lui. Io per un anno sono sempre stato zitto, non ho mai alzato un sopracciglio. Magari speravo che ci fosse un po' più di cameratismo. Ok, non ti piace come gioco? Io mi alleno, mi impegno. non parlo, ti aiuto con la squadra, ma tu non mi attacchi nelle interviste. Mi rendo conto però che è un casino essere un allenatore. E' l'unico che è costretto a parlare sempre: prima delle partite, dopo le partite, un paio di volte durante la settimana, ogni può essere che un colpo ti parte. Spalletti è stato l'allenatore che mi ha condizionato di più. Quello che ho avuto per più tempo. Mi ha preso che ero giovanissimo. Oggi mi rendo conto che quando lo sento parlare di un giocatore, di una situazione, di un movimento, io ho pensato la stessa cosa un'ora prima. Ho cominciato a vedere il calcio con gli occhi di questo allenatore. Ed è un bel vedere. Al di là di che cosa farò io, al di là che a volte ha un carattere difficile, la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo perché sarà più forte".