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    De Laurentiis: 'Nicchi smentito dalla tv, che errori con la Juve. Voglio la moviola'

    De Laurentiis: 'Nicchi smentito dalla tv, che errori con la Juve. Voglio la moviola'

    Con un comunicato pubblicato sul sito del club, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha replicato così all'attacco di ieri del presidente dell'Associazione Arbitri Marcello Nicchi, che aveva bollato come "istigatrici di violenza" le parole all'indirizzo dell'arbitro Tagliavento al termine della gara con la Juventus:

    "Contesto totalmente le accuse di Nicchi nei miei confronti. Anche se non mi sorprende che il capo degli arbitri abbia voluto difendere chi aveva commesso gravi errori. Questa volta le sue dichiarazioni sono in totale contrasto con quanto acclarato ampiamente dalle immagini televisive. I miei tweet sono semplici, essenziali e assolutamente non offensivi, poiché fotografano la realtà dei fatti ampiamente poi condivisa e ribadita da gran parte dei media.

    Da Pechino non ho più giudicato alcun episodio arbitrale, così come non hanno espresso giudizi nè tecnico e né squadra. Questa volta però, in una partita così delicata, la macroscopicità degli errori è stata tale che ho ritenuto evidenziarli. Venendo dal cinema sono stato educato per la democraticità e la libertà d’espressione. La critica è sempre costruttiva per migliorare le prestazioni di tutti noi protagonisti inclusi gli arbitri che devono assolutamente, per professione e cultura, essere rigorosissimi nell’imparzialità. Il pensiero personale che ho inteso esprimere ha l’unico significato di evidenziare l’inadeguatezza dell’attuale sistema e la necessità di una urgente revisione dello stesso, come l’introduzione della moviola in campo che da più anni ho sollecitato. Moviola che per altro viene già utilizzata in molti sport professionistici".

    Dopo l'1-3 per mano della Juventus, De Laurentiis aveva attaccato l'operato di Tagliavento e dei suoi collaboratori per il fuorigioco non ravvisato in occasione del gol di Caceres, parlando di "incompetenza o malafede". Ecco i tweet incriminati del numero 1 azzurro:

     

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