De Ketelaere senza Giroud ‘tra i piedi’: Gasperini l’ha capito al volo
FASE DIFENSIVA CON PIOLI - Fra le tante immagini che avrei potuto utilizzare per rappresentare in un flash il tipo di richiesta difensiva che pesava su De Ketelaere in rossonero, la più emblematica mi è parsa questa del derby d’andata. L’azione del gol di Brozovic, dove si vede il povero Charlino arrancare dietro l’inserimento letale del croato. De Ketelaere, che al Bruges faceva praticamente la prima punta, forse non sapeva come gli sarebbe cambiata la vita da trequartista nel 4-2-3-1 di Pioli. Perché Pioli non ha bisogno di un attaccante prestato alla trequarti, bensì di un trequartista che sia anche centrocampista. A partire da questo postulato, capiamo meglio i casi estremi di Bennacer o Krunic schierati all’occorrenza davanti al doble pivote, ma anche la svolta di quest’anno, cioè di un Milan con Reijnders e Loftus-Cheek mezzali.
FASE DIFENSIVA CON GASP - Ed ecco invece la fase difensiva di De Ketelaere alla prima con l’Atalanta. In sostanza se ne stava là in alto, sul centrodestra, quasi a guardare. A fare il lavoro sporco sui registucci neroverdi ci pensavano dei centrocampisti veri, con serbatoio e cilindrata adatti. Quindi i vari De Roon, Ederson e Koopmeiners.
A De Ketelaere era chiesto l’unico sforzo di schermare Viti, il centrale di sinistra del Sassuolo. Non gli toccava nemmeno uscire sul terzino, dal momento che si alzava il quinto Zappacosta. Altro che finita, per lui a sto punto è iniziata la pacchia.
NÉ CENTRAVANTI NÉ TREQUARTI - E in fase offensiva? A forza di ‘né’ si rischia di non trovare posto in squadra a questo giocatore. Al Milan infatti è andata così. Perché se non è un trequartista/centrocampista, non è nemmeno la classica punta. È uno di quegli incroci strani che vanno dati al guru Gasperini. Dopodiché ci pensa lui. Il Gasp ha capito subito che De Ketelaere ha bisogno di spazi, più che di compagni di reparto. Non a caso l’ha messo su al posto di Duvan (la punta pesante), con Lookman sul centosinistra. Allora avrete notato che ricercava volentieri una posizione strategica e ibrida, scomoda sia per il terzino che per il centrale rispettivo del Sassuolo (la coppia Missori-Viti, non proprio due colossi, va detto anche questo…), sia durante il palleggio, spalle alla porta, sia per attaccare l’area sui cross di Ruggeri. Eccolo nella azione della prima occasionissima.
Lo stesso posizionamento strategico lo ritroviamo al momento del gol, sempre su cross di Ruggeri.
MA QUINDI SALTA L’UOMO O NO? - Beninteso, non è Ilicic. Non fa magie e non ha iniziato a saltare l’uomo tutt’a un tratto (neanche contro la difesa ballerina del Sassuolo, no). Solo che all’Atalanta questo difetto non da poco può mimetizzarsi meglio che al Milan. Nel senso che nella Dea ci sono dinamiche diverse, la palla viaggia in altro modo e non ci sono corsie preferenziali (non c’è un Leao a cui finisce il pallone nove volte su dieci). Il gioco dei bergamaschi è più libero, ci si sente tutti un po’ in gita. E lui fa andare gli altri, non è un cavallo da inserimento De Ketelaere, non ha lo strappo che pensavamo potesse avere. Ecco il fraintendimento del Milan: dargli troppo campo da coprire. De Ketelaere è semplicemente uno attorno al quale bisogna inserirsi. Lui fa andare.
SENZA GIROUD ‘TRA I PIEDI’ - Per questo ha bisogno di spazio attorno. Per questo non gli faceva bene la vicinanza di una calamita statica come Giroud, al centro centro dell’attacco. Pur non essendo propriamente una prima punta, De Ketelaere arriva volentieri a svolgere funzione di vertice, ma in maniera dinamica. Perciò è chiaro che se c’è un centravanti ‘tra i piedi’ questo protagonismo del belga non scatta.
Vedete, questo non è Ilicic, è qualcosa che ancora non sappiamo cosa sia… Anzi, forse lo sa solo il Gasp.