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  • De Ketelaere all'Atalanta per svegliarsi: a Pioli e al Milan non serviva, ma Gasp non lo coccolerà

    De Ketelaere all'Atalanta per svegliarsi: a Pioli e al Milan non serviva, ma Gasp non lo coccolerà

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ultima chiamata, Bergamo. Se Charles De Ketelaere non lo sapesse, è bene ribadirlo con una modesta, ma squillante Sveglia. Il prestito del Milan all’Atalanta del belga è l’ultima occasione per rimanere nel calcio italiano e per rilanciarsi a livello europeo. Può darsi che Gian Piero Gasperini ne tiri fuori le qualità finora nascoste, ma se ciò non accadesse, difficilmente il Milan si metterebbe alla ricerca di una squadra che lo valorizzasse. Anzi si rassegnerebbe a liberarsene accettando una minusvalenza con qualche società militante nei campionati minori.

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    In realtà l’operazione sganciamento dai rossoneri è già cominciata e la dirigenza milanista spera che De Ketelaere, a Bergamo, faccia una stagione talmente buona da indurre l’Atalanta a riscattarlo (i nerazzurri hanno il diritto di riscatto, non l’obbligo), così da consentire al Milan di ammortizzare e recuperare una parte dei 35 milioni spesi un anno fa. Pioli e la nuova dirigenza milanista, oltre a non credere più nel ragazzo (ha 22 anni), sanno che nel nuovo sistema di gioco non serve. Perché, se nel 4-2-3-1 di prima, un trequartista c’era, adesso, nel 4-3-3, non c’è più. L’Atalanta, invece, non solo ce l’ha, ma in genere lo esalta perché tanti palloni passano dai suoi piedi.

    Intendiamoci bene. Gasperini è bravo a far sbocciare talenti, ma è un allenatore duro e intransigente. E pur essendo sicuro che darà più di un’opportunità a De Ketelaere, la nuova esperienza del belga si annuncia assolutamente “strong”, perché il tecnico di Grugliasco è uno che mette alle strette i suoi calciatori, dà tanto pretende altrettanto, e se non lo segui vai fuori. Può essere un limite, per me è un merito. Il calcio professionistico coccola e iperprotegge fino all’eccesso i suoi interpreti, tanto che l’ora della maturità scocca, per molti, troppo tardi. De Ketelaere, dunque, deve capire che qualcosa di nuovo e di diverso deve venire da dentro se stesso. A Bergamo ha un vantaggio: Gasperini non crede sia diventato un brocco.

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