
D'Aversa l'ha fatta grossa: un gesto ingiustificabile che non ha alibi
Perché vedere un allenatore che rifila una testata ad un calciatore avversario è semplicemente inaccettabile. Questo non significa che tra calciatori sia invece tutto lecito, per carità, ma l'allenatore deve essere prima di tutto un punto di riferimento per i suoi ragazzi e se invece è proprio lui a perdere la testa vuol dire che qualcosa proprio non va. Il finale di partita tra Lecce e Verona è stato caldo, elettrico e sicuramente teso e sì, alcuni giocatori del Verona - Henry in primis - hanno contribuito non poco a generare ulteriore nervosismo sul terreno di gioco. Tuttavia, il gesto del tecnico dei salentini dopo il fischio finale non ha scusanti né alibi.
Nessuno pretende che, specialmente ad alti livelli, gli allenatori riescano a non farsi travolgere dall'adrenalina, ma da uomini con grande esperienza e con l'importante compito di fungere anche da esempio per i loro giocatori, ci si aspetta per lo meno un atteggiamento non violento.
L'aggressione di Delio Rossi nei confronti di Adem Ljajic datata 2012 è forse il precedente più eclatante nel nostro campionato, preceduto dal celebre calcio rifilato da Silvio Baldini a Domenico Di Carlo in un Parma-Catania del 2007. E se di entrambi i gesti si parla ancora, qualcosa vorrà dire.
D'Aversa ha sbagliato, probabilmente si è pentito di quel gesto pochi secondi dopo averlo commesso. Ma non basta. Gli allenatori (e i dirigenti) non hanno giustificazioni: sono loro a formare i calciatori del futuro e certi gesti non possono essere tollerati.