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    Dalla parte di Commisso: Chiesa è forte, ma non fondamentale per la crescita della Fiorentina

    Dalla parte di Commisso: Chiesa è forte, ma non fondamentale per la crescita della Fiorentina

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Nelle ultime due interviste rilasciate al Corriere dello Sport-Stadio e poi alla Gazzetta dello Sport, il presidente della Fiorentina ha ufficializzato la posizione del suo club sull’eventuale cessione di Federico Chiesa: «Se il giocatore chiederà di andarsene e se l’offerta economica sarà da noi ritenuta adeguata, ne parleremo», ha detto Rocco Còmmisso. E’ una posizione limpida, che non induce a interpretazioni di parte, ma conduce a una chiara possibilità: vuoi partire? Bene, portaci un pacco di milioni, quelli che noi chiediamo, e potrai andare dove vuoi. Oltre che limpida, è una posizione che ci sentiamo di condividere per una serie di ragioni, tecniche ed economiche.

    Chiesa è un ottimo giocatore e, tanto per essere chiari, il suo ruolo è quello di attaccante esterno, anche se prima dello stop Iachini lo ha schierato spesso come seconda punta, alle spalle o al fianco di un centravanti (Vlahovic o Cutrone). Montella, prima di Iachini, aveva provato con buoni risultati anche a metterlo accanto a Ribery e allora Chiesa era diventato l’attaccante più avanzato della Fiorentina. E’ probabile che questo giro infinito intorno al ruolo ideale non gli sia stato d’aiuto, ma sta di fatto che nelle prime 23 giornate Federico ha segnato 6 gol. In totale ne ha realizzati 21 in tre campionati e mezzo (diciamo due terzi). Per un attaccante, anche se esterno, non sono tanti. E sono ancora meno quelli segnati in Nazionale visto che è fermo a 1 gol in 17 presenze.

    Se la domanda è: un giocatore di questo livello fa comodo alla Fiorentina che vuole crescere? La risposta è: sì. Fa comodo. Ma se la domanda si trasforma in: un giocatore di questo livello è fondamentale nella Fiorentina che vuole crescere? La risposta è: no, non lo è. Per diventarlo Chiesa, ancora prima della squadra, ha bisogno di crescere. Tanto per rendere più chiaro il concetto, Orsolini, che gioca nello stesso ruolo dell’esterno viola, che ha la sua stessa età e che gode di un mercato decisamente meno ricco, contando più o meno le sue stesse presenze negli ultimi due anni ha segnato 3 gol in più. Se però si approfondiscono i dati, basandoci sui minuti in campo, salta fuori che Orsolini ha segnato un gol ogni 262' e Chiesa uno ogni 415'. Ma se il viola piace ai grandi club, una ragione c’è, o anche più di una. Ha una forza incredibile e una impressionante resistenza alla fatica. E’ capace di incenerire il suo avversario con tre scatti di fila dall’80' al 90'.

    Scatta tanto, corre molto, segna poco. In definitiva di un giocatore così la Fiorentina può fare a meno in cambio di un pacco di milioni (prima del coronavirus erano 50-60, ora chissà), anche perché la squadra, se davvero Còmmisso vuole fare il salto di cui parla, deve acquistare un attaccante da 20 gol sicuri. Negli ultimi 10 anni, solo una volta il capocannoniere della Fiorentina ha superato i 15 gol, è successo con Pepito Rossi nel 2013-14, mentre Gilardino (2010-11) e Kalinic (2016-17) hanno raggiunto le 15 reti. Manca un bomber vero e i soldi di Chiesa potrebbero aiutare la Fiorentina ad acquistarlo.

    Erano altri i giocatori per cui i tifosi viola si strappavano i capelli quando li perdevano. Due nomi: Baggio e Batistuta. Gli altri si possono cedere, ammesso che se ne vogliano andare. E questo deve deciderlo Federico Chiesa.

       

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