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    Dalla C2: la Fiorentina poteva essere come il Napoli, invece...

    Dalla C2: la Fiorentina poteva essere come il Napoli, invece...

    "C’è quasi sempre un solco - si legge su La Repubblica - fra la percezione di sé e la maniera in cui ti guarda il mondo. Quattro volte fra le prime cinque in 5 anni, per chi non vince il campionato dal 1969 non dovrebbero essere uno psicodramma. Se hai sopportato l’addio di Baggio, non ti disperi per Bernardeschi. Ma è più facile perdersi dietro il rimpianto per Rui Costa e Batistuta che ricordare il freddo della C2. Con soli 500 abbonati in più rispetto a quel baratro e con il suo disincanto sempre carico, Firenze viaggia tuttora in questa lunga terra di mezzo fra ciò che è stata e ciò che vorrebbe ridiventare".

    PANCHINE - "Negli ultimi dieci anni - continua il quotidiano - sono stati abbracciati sette allenatori, frullandone sei più o meno con le stesse modalità, dentro un vortice circolare fatto di speranza, folle amore, primi dubbi, cinismo, sarcasmo, rancore, gelo e via tutto daccapo. Pioli è il settimo del giro, con la sua straordinaria propensione alla normalità, in apparenza senza tessere d’iscrizione ad alcuna ideologia tattica, in realtà votato a un’idea di calcio assai moderna, con il famoso pressing alto e la famosissima ripartenza. Frase chiave: 'I moduli non vincono le partite'. Chievo, anno 2010, elogio della semplicità".

    SOGNO NAPOLI - "La Fiorentina poteva diventare - conclude La Repubblica - nel frattempo quel che è stato il Napoli in questi anni di nebbia fitta sul calcio di Milano. Invece alla scalata del Napoli ha finito per dare una mano nell’estate del 2013, soffiandogli Mario Gómez e costringendo De Laurentiis (quando le cose devono proprio succedere) a gettarsi su un piano B chiamato Higuaín. Com’è andata poi si sa"

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