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    Dal Porto alla Juventus: "Conceicao il nostro Messi"

    Dal Porto alla Juventus: "Conceicao il nostro Messi"

    • Gianluca Minchiotti
    Israel Dionisio, allenatore di Francisco Conceicao ai tempi dell’Under 17 e dell’Under 19 del Porto, intervistato da Tuttosport parla dell'attuale numero 7 della Juventus.

    "Di giocatori con le sue caratteristiche, nel calcio di oggi, se ne vedono ben pochi. Le sue prestazioni hanno sempre rubato l’occhio, fin da quando militava nel vivaio del Porto". 

    "Una volta, durante un torneo giovanile in Spagna, dopo averlo visto giocare, tutti hanno iniziato a chiamarlo Messi. Secondo me è successo per due motivi: il primo è la statura, naturalmente, il secondo proprio il suo modo di interpretare il calcio, sempre spavaldo anche nelle difficoltà".

    La sua statura può rappresentare un limite? 
    "Nel ruolo che ricopre, per come la vedo, l’altezza non è un fattore. Conta la robustezza, quello sì. Ma Chico ha una grande potenza nelle gambe, che gli permette di reggere il contatto con gli avversari, cambiare direzione d’improvviso e compiere grandi accelerazioni".

    Di quanto margine di crescita pensa che disponga ancora come giocatore?
    "Molto, secondo me. Il suo trasferimento nella Juventus l’ha aiutato a maturare, così come le prime esperienze con la Nazionale". 

    L’ha ancora sentito di recente?
    "Sì, mi ha raccontato di essere molto contento per come è iniziata la sua avventura alla Juventus. Ora seguo i bianconeri anche sui social, così da non perdermi nulla di lui! Ho lavorato con molti giocatori importanti, in passato, e continuo a monitorarli tutti: sono molto legato a loro, vivo una sorta di paternità calcistica".

    Ma è stato difficile allenare un ragazzo con un cognome così ingombrante?
    "Per nulla, e credo non sia stato un problema nemmeno per lui. Chico, anzi, è un privilegiato: suo papà Sergio, in un colpo solo, è un papà, un ex giocatore e un allenatore. Ho percepito quanto questo sia stato importante nella sua crescita".

    Questa sera c’è Juventus-City: può lasciare il segno?
    "Penso sia una buona partita per lui, perché il Manchester vuole il possesso della palla e l’occupazione della metà campo offensiva, concedendo in compenso la profondità agli avversari: questo può essere un fattore decisivo".

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