Calciomercato.com

  • Dai calciatori-azienda al modello NBA: quale sarà il futuro dell’innovazione nell’industria del calcio?

    Dai calciatori-azienda al modello NBA: quale sarà il futuro dell’innovazione nell’industria del calcio?



    Un anno e mezzo di pandemia ha creato diverse fratture nell’ecosistema dell’industria del calcio, mettendo in mostra alcune crepe nei modelli di business dei club, ma anche accelerando delle tendenze che si stavano creando il proprio spazio anche prima dell’emergenza sanitaria. 

    La Football Industry oggi ha davanti a sé un cammino non lineare, fatto di opportunità ma anche di necessità strategiche. 

    È proprio questa la premessa che ha orientato l’ottava puntata del Social Football Cafè che ha visto coinvolti Massimo Caputi, Ivan Ortenzi di BIP e Luigi Di Maso di Social Media Soccer. 

    Così Massimo Caputi si è parlato dei format del futuro e le esigenze di evoluzione del modello calcio. 

    “Direi che è inevitabile che il calcio guardi all’innovazione e al tempo stesso cercare di essere più appetibile. Vanno mixate le esigenze di chi segue il calcio allo stadio e chi lo guarda su altri dispositivi e da casa […].

    Io credo che la Superlega abbia avuto uno stop a causa del modo di come è stata impostata e comunicata, posto che non è detto che sarà quello il punto di arrivo.

    Una delle prerogative più belle del calcio è che nulla è scontato, lo stiamo vedendo anche negli Europei. Per come è stata presentata, sembrava che tutto ciò che è la reale espressione del calcio sarebbe venuta meno. 


    Però il calcio deve avere nuove forme attrattive e tutelare la condizione economica, uno dei modi per trovare nuove forme di guadagno è ovviamente alzare l’asticella della spettacolarizzazione. 

    Credo che si arriverà prima o poi ad un campionato europeo diverso, anche se sarà distante dal modello NBA come qualcuno ha paventato, perché parliamo di modelli e culture totalmente diverse dai nostri”. 

    Ivan Ortenzi, Chief Innovation Evangelist di BIP, sui nuovi modelli di business nel calcio.

    “Il modello è evoluto. Da essere una squadra di calcio, il club è diventato una media company, si sta trasformando in una entertainment company e domani la sfida è diventare una experience company.

    Il problema è che confondiamo la comunicazione con il prodotto. Il prodotto calcio ha un tema di segmentazione, differenziazione, diversificazione e valorizzazione. Affrontando il tema del prodotto capiremo come evolverlo, e la tecnologia è importante.  

    Dove impatta allora l’innovazione? Nei sistemi di governance come l’azionariato popolare, impatta nella gestione sportiva con tutti gli analytics che si possono ottenere, la tecnologia impatta anche sul prodotto, ad esempio nell’OTT, nei social media, gli esports o anche il VAR”.

    Sul ruolo sempre più dirompente dei calciatori e le potenzialità offerte dal nuovo status di calciatore che investe in settori non più estranei al calcio, ma che proprio nel calcio focalizza il suo business e la sua ricchezza, sempre Ivan Ortenzi ha affermato che:

    I club potrebbero diventare delle holding che incorporano più aziende che sono quelle create e gestite dai propri calciatori. Questa è una profonda innovazione di governance. Nel momento in cui i miei giocatori diventano aziende con interessi imprenditoriali, mi si pongono dei temi come il conflitto di interessi, security, modello di ricavi, innovazione nella contrattualistica, perché se compro un giocatore magari compro anche una partecipazione nelle sue aziende”. 

    Massimo Caputi ha chiuso il suo intervento stimolato sulla questione stadi in Italia come asset di innovazione per i club. 

    “Oggi andare allo stadio è una fatica, dal momento in cui arrivo, entro, aspetto la partita e il ritorno a casa.

    Lo stadio è qualcosa di unico, solamente che oggi siamo abituati ad avere una serie di benefit a casa che allora lo stadio deve invogliarti ulteriormente per spingerti ad andarci.

    Stadi vecchi, non ben serviti a livello logistico. Ma se dovessi cambiare subito una cosa negli stadi di domani è la connessione. Oggi i ragazzi passano gran parte del tempo con lo smartphone in mano, ma allo stesso tempo negli stadi italiani di oggi è impossibile per problemi di connessione creare un’esperienza o più semplicemente pubblicare un contenuto in maniera istantanea. Mi è capitato all’Olimpico nell’ultima partita dell’Italia”.

    Prossima puntata mercoledì 7 luglio alle 14:30 con la puntata “Qui e ora: la grande occasione del calcio femminile” con Elena Linari (AS Roma), Regina Baresi (Ex calciatrice) e Danila Bavastro (Giornalista e Media Relations).

    Altre Notizie