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Da Vicini a Ventura, da Sacchi a Conte: Italia, l'inizio è (quasi) sempre buono
Da Vicini a Sacchi. L’esordio azzurro di Arrigo è in una gara che vale per la qualificazione all’Europeo del ‘92, ma in realtà la Nazionale non può più conquistarla, quando Sacchi subentra ad Azeglio siamo già fuori. E’ il 13 novembre ‘91, facciamo 1-1 a Marassi contro la Norvegia. Rizzitelli pareggia il gol di Jakobsen. Il vero debutto ufficiale del tecnico che col Parma e poi col Milan aveva cambiato il nostro calcio avviene di nuovo per un’Italia-Svizzera, due a due a Cagliari, valida per la qualificazione a Usa ‘94. Due a zero gli svizzeri al 45'. E’ entrata da poco in vigore la regola del passaggio indietro al portiere che non può più prendere la palla con le mani e Marchegiani, che non c’è abituato, si fa rubare il pallone da Chapuisat per il 2-0. “Ragazzi, visto quello che abbiamo fatto nel primo tempo, giochiamo con tranquillità nel secondo”, dice Arrigo negli spogliatoi. Finale: 2-2 con gol di Roberto Baggio e pareggio di Eranio al 90'.
L’esordio più clamoroso è quello di Cesare Maldini. Andiamo a Londra, a Wembley, per la qualificazione al Mondiale di Francia ‘98. Sacchi se n’è andato nottetempo per tornare al Milan e Cesare firma un trionfo. Gol di Zola, che è da poco passato al Chelsea. E’ il 12 febbraio ‘97, vinciamo 1-0 e facciamo un passo deciso verso il Mondiale francese. Mentre siamo in coda al metal detector dell’aeroporto di Gatwick, Maldini ci spiega con grande lucidità la differenza fra Nesta e Cannavaro: “Nesta è fortissimo, straordinario, ma se devo prendere uno che si butta nel fuoco, allora prendo Cannavaro”. Dieci anni dopo Fabio gli darà pienamente ragione.
Siamo a Zoff, giochiamo a Liverpool contro il Galles per la qualificazione a Euro 2000. Alla vigilia Dino in conferenza stampa non scuce una parola, un’indicazione, niente di niente. Ai giornalisti dice solo: “Avete visto la partitella dell’allenamento, allora sapete già tutto sulla formazione”. Tutti i giornali vanno sulla formazione che presumono sia quella titolare e il giorno dopo giocano tutti quelli che si presumevano riserve. E’ il 5 settembre ‘98, vinciamo 2-0, gol di Fuser e Vieri. Dino lascia e arriva Trapattoni. Debutto a Budapest, davanti al grande Puskas che in tribuna ci riempie di elogi, nello stadio a lui intitolato. Giochiamo per il Mondiale del 2002, quello del manigoldo Byron Moreno. Facciamo 2-2 con doppietta di Pippo Inzaghi.
Il Lippi I parte con un disastroso 2-0 a Reykjavik contro l’Islanda, ma è amichevole e non vale. Vale invece il 2-1 contro la Norvegia a Palermo, il 4 settembre 2004, gol di De Rossi e Luca Toni. E’ il primo passo verso il trionfo mondiale del 2006. Per Donadoni, invece, è un avvio difficile, 1-1 a Napoli contro la Lituania. Ci salva, si fa per dire, Pippo Inzaghi. Giochiamo per la qualificazione a Euro 2008 che comunque riusciremo a conquistare.
Torna Lippi e riparte da una vittoria a Cipro (2-1, doppietta di Totò Di Natale) per la qualificazione al Mondiale sudafricano. Da Lippi a Prandelli che esordisce al freddo di Tallinn, in Estonia. Abbiamo scritto quel giorno sul Corriere dello Sport-Stadio: “Sembrava la fine prima dell’inizio. Dopo un’ora contro la nazionale numero 94 della classifica Fifa, l’Italia era sotto di un gol. Era incapace di giocare, di liberarsi di un passato pesante, di sentirsi padrona di un nuovo futuro. Era come se con la mente fosse ancora in Sudafrica, non qui a Tallinn, con i pensieri rivolti all’Europeo di Polonia e Ucraina. Il vento, il freddo, la pioggia, condizioni difficili per giocare ma non potevano essere una scusa al niente dell’Italia”. Per fortuna si sveglia Cassano, gol e assist e ribaltiamo l’1-0 degli estoni. E’ il 3 settembre 2010, da lì voleremo all’Europeo del 2012. Eccoci a Conte, 2-0 a Oslo contro la Norvegia, il 9 settembre 2014, Zaza e Bonucci i marcatori. E’ il primo passo per Francia 2016. Ventura ne fa tre in Israele (gol di Pellé, Candreva, Immobile), l’inizio -5 settembre 2016- è confortante, la fine disastrosa. Di Biagio ct fa solo due amichevoli, ora è il momento di Mancini.