
Da Miretti a Rovella, Fagioli che brilla e pure Nicolussi. La Juventus ha perso un tesoro rincorrendo i super colpi
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LE SCELTE - Lo schiaffo morale e forse definitivo è stato l'applauso scrosciante del Franchi per Nicolò Fagioli. A fine partita ha definito Firenze come "ormai nuova casa" e l'ha fatto dopo aver deliziato il pubblico con giocate continue, costruttive, belle nel senso estetico del termine e nell'importanza strategica che hanno avuto. E' stato l'MVP totale, pur non andando in goal. Ed è stato davanti al tecnico che ha deciso di farlo fuori dopo due occasioni perse e forse la prestazione più lucente, quella contro il Lipsia, nella notte in cui Dusan Vlahovic brillava più di tutti. Ecco: come possono, allora, le scelte non essere al centro delle discussioni? Come può non pensare la controprova del campo?
RIMPIANTI - Fagioli si è fatto rimpianto già in un paio di mesi, ritagliandosi un nuovo passaggio, determinante, per la sua carriera. Ma lo stesso discorso si può estendere per Nicolussi Caviglia, che a Venezia ha trovato una sua dimensione soltanto sulla base della continuità - le qualità erano già evidenti -, o magari su Miretti, pronto a tornare a Torino per Juventus-Genoa fresco d'una doppietta potenzialmente in grado di consacrarlo. Vieira ha insistito su di lui soprattutto nei momenti più difficili, e l'ex pupillo di Allegri ha risposto nella maniera migliore possibile. Coi goal. E con la personalità, finalmente fuori. Personalità che è il pane di Nicolò Rovella: altro rimpianto. Si parla tanto della mancanza di un giocatore dinamico in mezzo al centrocampo della Juve, e nessuno sottolinea il fatto che in fondo la Juve ce l'avesse già.
ERRORI - Va da sé, ed è pure evidente. Dall'altra parte della barricata, quella bianconera, ad oggi c'è invece chi ha deluso profondamente. Su tutti, Teun Koopmeiners. Ma non da meno Douglas Luiz. Sono il volto della disfatta del mercato e della disfatta della gestione, sono uomini dai quali oggi difficilmente si può immaginare di ripartire, al pari dell'allenatore. Oltre 100 milioni per un pugno di disillusione, finito poi per alimentare ulteriore scoramento. Col senno di poi, pare tutto facile. Col senno di ieri, però, non sembrava davvero così complicato...
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Lo sostenevo già lo scorso maggio, prima della finale di Coppa Italia, e lo scrissi anche in un a...