Da Lupoli a Macheda, quando la Premier si trasforma in illusione
Premier League, probabilmente il campionato più spettacolare del mondo, di sicuro quello più ricco ma non per questo la tanto sospirata Terra promessa per tutti. Dall'alto di un potenziale economico giunto a livelli clamorosi, oltre a molte delle stelle del calcio mondiale da un po' di anni a questa parte le big inglesi si sono specializzati nello "scippo" delle migliori promesse del calcio europeo. Anche tanti italiani, ma per pochi di loro l'esperienza Oltremanica ha fatto rima con successo.
DA ROONEY A GALABINOV - Prendete per esempio Federico Macheda, che a 25 anni, a Novara, si trova costretto a dare un nuovo impulso ad una carriera che sembra aver intrapreso la famosa parabola discendente soltanto 7 anni dopo essere entrato nella storia per il gol decisivo contro l'Aston Villa nel giorno del suo debutto col Manchester United nell'aprile 2009. L'esultanza con tanto di corsa per andare ad abbracciare papà Pasquale appartiene al libro dei ricordi, ormai sbiaditi, visto che nelle successive 5 stagioni con i Red Devils ha segnato soltanto 4 reti e giocando pochissimo. Non esattamente quello che sir Alex Ferguson, che col suo blitz aveva privato la Lazio di uno delle migliori promesse del nostro calcio (mandando Lotito su tutte le furie), aveva immaginato. Dal 2010 ad oggi, Kiko ha cambiato 7 squadre (dalla Samp fino al Nottingham Forest) senza mai lasciare il segno.
IL DECLINO DI LUPOLI - Una storia che ricorda molto quella di Samuele Dalla Bona, che lascia Bergamo per entrare a far parte del Chelsea a soli 17 anni e che, dopo le brevi parentesi con le maglie di Milan e Napoli, ha chiuso la sua carriera nel Mantova in Lega Pro. E che dire di Arturo Lupoli, seconda punta mancina e fiore all'occhiello del vivaio del Parma che nel 2004 si fa convincere da Wenger e accetta la corte dell'Arsenal. A Londra c'è uno dei suoi idoli, Thierry Henry, e tutto sembra più facile, ma in due anni colleziona solo una presenza in campionato e che 12 anni più tardi non gioca con continuità nemmeno a Pisa, dopo aver tentano invano di rilanciarsi a livelli importanti a Firenze (dal 2007 al 2009).
TALENTI INESPRESSI - In viola cominciò il percorso calcistico di Pierluigi Gollini, che ha deciso di salutare l'Inghilterra e la "prigione dorata" del Manchester United per riproporsi su livelli importanti a Verona, in attesa della chiamata di una grande che ancora non arrivata (quest'anno gioca nell'Aston Villa). A Roma, sponda Lazio e sponda giallorossa, Valerio Di Cesare e Davide Petrucci promettevano moltissimo: il primo, nel 2001, si accasò nel Chelsea di Ranieri e oggi gioca in B a Bari dopo essersi conquistato la A col Torino, il secondo è finito addirittura in Turchia, al Caykur Rizespor dopo essere entrato nell'Academy del Manchester United. Tante storie di giovani campioni con un sogno nel cassetto, che per bruciare le tappe hanno finito per bruciare se stessi.
DA ROONEY A GALABINOV - Prendete per esempio Federico Macheda, che a 25 anni, a Novara, si trova costretto a dare un nuovo impulso ad una carriera che sembra aver intrapreso la famosa parabola discendente soltanto 7 anni dopo essere entrato nella storia per il gol decisivo contro l'Aston Villa nel giorno del suo debutto col Manchester United nell'aprile 2009. L'esultanza con tanto di corsa per andare ad abbracciare papà Pasquale appartiene al libro dei ricordi, ormai sbiaditi, visto che nelle successive 5 stagioni con i Red Devils ha segnato soltanto 4 reti e giocando pochissimo. Non esattamente quello che sir Alex Ferguson, che col suo blitz aveva privato la Lazio di uno delle migliori promesse del nostro calcio (mandando Lotito su tutte le furie), aveva immaginato. Dal 2010 ad oggi, Kiko ha cambiato 7 squadre (dalla Samp fino al Nottingham Forest) senza mai lasciare il segno.
IL DECLINO DI LUPOLI - Una storia che ricorda molto quella di Samuele Dalla Bona, che lascia Bergamo per entrare a far parte del Chelsea a soli 17 anni e che, dopo le brevi parentesi con le maglie di Milan e Napoli, ha chiuso la sua carriera nel Mantova in Lega Pro. E che dire di Arturo Lupoli, seconda punta mancina e fiore all'occhiello del vivaio del Parma che nel 2004 si fa convincere da Wenger e accetta la corte dell'Arsenal. A Londra c'è uno dei suoi idoli, Thierry Henry, e tutto sembra più facile, ma in due anni colleziona solo una presenza in campionato e che 12 anni più tardi non gioca con continuità nemmeno a Pisa, dopo aver tentano invano di rilanciarsi a livelli importanti a Firenze (dal 2007 al 2009).
TALENTI INESPRESSI - In viola cominciò il percorso calcistico di Pierluigi Gollini, che ha deciso di salutare l'Inghilterra e la "prigione dorata" del Manchester United per riproporsi su livelli importanti a Verona, in attesa della chiamata di una grande che ancora non arrivata (quest'anno gioca nell'Aston Villa). A Roma, sponda Lazio e sponda giallorossa, Valerio Di Cesare e Davide Petrucci promettevano moltissimo: il primo, nel 2001, si accasò nel Chelsea di Ranieri e oggi gioca in B a Bari dopo essersi conquistato la A col Torino, il secondo è finito addirittura in Turchia, al Caykur Rizespor dopo essere entrato nell'Academy del Manchester United. Tante storie di giovani campioni con un sogno nel cassetto, che per bruciare le tappe hanno finito per bruciare se stessi.