La top 10 delle delusioni del 2015
IL MERCATO COME GIUDICE - A proposito di delusioni, nel Vecchio Continente in questa stagione ce ne sono state parecchie: la maggior parte di esse, come spesso capita, è legata a movimenti di mercato avvenuti a gennaio o in estate che non hanno reso come avrebbero duvuto. Diverse squadre che hanno speso tanti soldi per calciatori di prima fascia sono rimaste a bocca asciutta, tradite dai colpi che dovevano esaltare la tifoseria e portare trofei alla società. Per altri giocatori vale ancora il discorso dell'ambientamento e quindi concediamo il beneficio del dubbio, ma se si tratta di acquisti dal costo notevole non possiamo far altro che inserirli, anche se provvisoriamente, in questa classifica, la Top 10 delle delusioni del 2015. Ricordandoci sempre la massima dell'inizio: il calcio ha la memoria corta, una delusione di oggi può essere il successo del domani.
CLASSIFICA:
10) Danilo (Real Madrid) - Difensore brasiliano classe '91, passato dal Porto al Real Madrid per circa 31 milioni di euro. Arrivato nelle Merengues con i dogmi di colui che avrebbe dovuto mettere definitivamente a posto la fase difensiva della squadra di Rafa Benitez, ha finora messo in mostra più ombre che luci, sin dalla presentazione al Bernabeu, nella quale tradito dall'emozione non è riuscito a palleggiare davanti ai suoi nuovi tifosi: spesso titolare ma quasi sempre corresponsabile nelle troppe reti subite dal Real in questo inizio stagione, soprattutto nei big match. Come cantava De Gregori, "il ragazzo è giovane e si farà": per ora però a Madrid si sono accorti di lui più per i gol segnati (già 2 in 11 presenze), che per quelli evitati.
9) Hernanes (Juventus) - Il trequartista brasiliano conquista la nona piazza solamente perchè il costo del suo trasferimento dall'Inter alla Juve è di parecchio inferiore agli altri flop presenti in questa classifica, altrimenti sarebbe stato sicuramente nella top 3: arrivato in prestito con obbligo di riscatto a 11,5 milioni, è stato finora l'oggetto misterioso del campionato dei bianconeri. Lento, svogliato, abulico e spesso infortunato: ha disputato solamente 673 minuti tra campionato e Champions League, non andando mai in rete e non fornendo mai nemmeno un assist. Veramente una miseria, per colui che nei piani tattici di Allegri sarebbe dovuto diventare il nuovo fulcro della Juventus.
8) Geoffrey Kondogbia (Inter) - Il centrocampista francese classe '93 è stato, suo malgrado, il vero protagonista dell'estate di mercato italiana: oggetto di una contesa senza precedenti tra Milan e Inter, è diventato il simbolo del calcio italiano che torna a battagliare su top player di caratura europea. Alla fine, dopo una spy story degna di 007, l'hanno spuntata i nerazzurri, per circa 30 milioni di euro: ciò che Kondogbia ha dimostrato in campo fino ad ora non sembra però giustificare l'esborso di denaro. Spesso relegato in panchina da Mancini, ha messo in mostra solo alcuni sprazzi del giocatore visto nel Principato: certo, la fase di ambientamento al campionato italiano non è affatto semplice e per questo motivo dovrà essere rigiudicato a fine stagione. Ma gli 885 minuti disputati finora, con solo una rete e un assist, e la poca personalità dimostrata, lo condannano allo status di flop provvisorio.
7) Mario Balotelli (Milan) - Impossibile non inserire l'attaccante di proprietà del Liverpool, attualmente in prestito al Milan, in questa classifica: il 2015 è stato decisamente l'annus horribilis della carriera dell'ex attaccante della nazionale azzurra. Perseguitato dagli infortuni, più sereno fuori dal campo ma molto meno decisivo dentro al rettangolo di gioco. Finora solo 229 minuti e un gol nella sua seconda esperienza in rossonero, poco per un giocatore che doveva rilanciarsi in vista dell'Europeo in Francia. Certo, i problemi fisici sono stati condizionanti e il 2016 potrà solo rivelarsi migliore da questo punto di vista: servirà una gran forza d'animo al numero 45, per dimostrare di poter essere ancora un top player e di non essere già arrivato alla fase di declino della sua carriera.
6) Iturbe (Roma, da gennaio Bournemouth) - Altro giocatore arrivato a Roma dall'Hellas Verona due mercati fa per fare la differenza, e mai realmente sbocciato all'ombra del Colosseo: messo in difficoltà da una squadra che non ha vissuto sicuramente in questi due anni il suo periodo più felice, non ha mai messo in mostra le giocate esibite in Veneto, penalizzato anche dai numerosi rivali nella sua zona del campo. In questa stagione ha disputato 399 minuti tra campionato e Champions, andando in rete contro il Frosinone e fornendo un assist. Ma in generale tutto il suo 2015 è stato da dimenticare: Sabatini ha provato a dargli fiducia, rifiutando le offerte pervenute in estate da Genova e dall'estero, ma alla fine è stato costretto a cederlo in Inghilterra. Sembrava dovesse giocare nel Watford, invece andrà a Bournemouth: non certo il massimo, per colui che sarebbe dovuto diventare uno dei migliori esterni d'Europa.
5) Jackson Martinez (Atletico Madrid) - L'attaccante colombiano classe '86 sarebbe dovuto diventare il nuovo ariete del Milan: l'annuncio era già stato dato dal canale tematico dei rossoneri, Milan Channel, prima del fallimento della trattativa e del suo approdo all'Atletico Madrid dal Porto, per circa 36 milioni di euro. Oggi, sei mesi dopo, i tifosi rossoneri possono fregarsi le mani per aver preso Carlos Bacca e non lui; le medie gol spaventose del Portogallo sono lontane anni luce. Solo 769 minuti per Martinez tra campionato e Champions, con la miseria di tre reti realizzate. Spesso vittima di infortuni e spesso relegato in panchina da Simeone, che in numerose occasioni gli ha preferito Fernando Torres, sta vivendo una fase poco esaltante della carriera proprio nel momento in cui avrebbe dovuto dimostrare di poter fare la differenza anche ai massimi livelli.
4) Alvaro Negredo (Valencia) - Il Tiburon ha perso i denti: l'ex bomber del Manchester City, soprannominato "squalo", è stato riscattato dal Valencia per circa 30 milioni di euro, soldi che i murcielagos avrebbero risparmiato ben volentieri, con il senno di poi. Già nell'ultima stagione in 34 gare aveva segnato solo 6 reti, poche per un attaccante di razza come lo spagnolo: quest'anno, condizionato anche da qualche problema fisico di troppo, lo score è ancora peggiore, visto che in 700 minuti ha fatto solo un gol.
3) Mateo Kovacic (Real Madrid) - Un altro caso di mercato nel quale una squadra italiana, l'Inter, ha portato a termine un affare, per quanto visto finora: il centrocampista croato classe '94 sta facendo tanta panchina a Madrid, troppa, per giustificare l'esborso di 29 milioni (che possono arrivare a 40) da parte del presidente dei Blancos Florentino Perez. 754 minuti tra campionato e Champions, un gol e un assist, l'ex nerazzurro è un comprimario di lusso, niente di più. Probabilmente Roberto Mancini non aveva tutti i torti, quando narrava ai cronisti che "Kovacic sarebbe dovuto crescere ancora molto per diventare decisivo". Benitez, fino a questo momento, la pensa allo stesso modo.
2) Roberto Firmino (Liverpool) - Il trequartista brasiliano classe '91 è passato in estate dall'Hoffenheim al Liverpool per circa 40 milioni di euro: una cifra folle per un calciatore che fino a questo momento si è rivelato una vera e propria comparsa nello scacchiere dei Reds. E' il simbolo del decadimento della cosidetta scuola brasiliana, che a parte Neymar, non sembra più riuscire a dare alla luce calciatori decisivi ai massimi livelli: finora 727 minuti, 1 gol e 4 assit per lui, che con l'arrivo di Klopp sembra aver trovato maggior fiducia, mentre con Rodgers finiva spesso relegato in panchina. Firmino è un ottimo calciatore, non un top player, e la spesa per suo cartellino testimonia di come il mercato al giorno d'oggi sia un tantino sopra le righe, per quanto concerne le valutazioni.
1) Radamel Falcao (Chelsea) - Un giocatore diventato ormai irriconoscibile: l'attaccante colombiano ha solo 29 anni, ma sembra aver ormai terminato la propria carriera ad alti livelli. Assurdo, se si pensa che il Tigre fino a un paio di anni fa era il centravanti più temuto d'Europa, per cui tutti i top club del Vecchio Continente avrebbero fatto carte false: poi un'incredibile involuzione, dovuta a gravi problemi di natura fisica, ad un calcio, quello inglese, non adatto alle sue caratteristiche e a periodi difficili delle sue squadre (prima Man United, poi Chelsea). L'augurio che si fanno tutti gli amanti del pallone è quello di riuscire presto a rivederlo ai suoi livelli: intanto a giugno tornerà al Monaco, visto che il Chelsea non ha nessuna intenzione di riscattarlo, dopo l'impietoso bilancio di una rete in 215 minuti disputati.
Alessandro Di Gioia
@AleDigio89