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Da Donnarumma a Messi: è il Psg, sembra il dream team. Sulla carta i più forti di sempre, scriveranno la storia
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Donnarumma, Hakimi, Sergio Ramos, Marquinhos, Wijnaldum, Verratti, Paredes o Di Maria, Neymar, Mbappé e Messi. Queste le stelle di una squadra che, sulla carta, fa paura e, sempre sulla carta, ha tutto per fare la storia. Sulla scia dei Galacticos di Florentino Perez, o del Real della BBC con Kroos, Modric, Casemiro, del Milan sacchiano degli olandesi e berlusconiano che prendeva un Pallone d'Oro come Papin per metterlo in panchina, o quello ancelottiano del 2005, che cadde a Istanbul (perché non sempre i più forti vincono), del Barcellona della MSN con Iniesta, Xavi e Busquets a supporto, della Juve del Trap coi campioni del Mondo più Boniek e Platini...
Un top per ogni ruolo, con una sola vera falla: il terzino sinistro. Nei sogni di inizio estate c'era Theo Hernandez, il mancino del Milan, miglior laterale mancino della Serie A, ma il marsigliese, in coro col club rossonero, ha detto no; per questo motivo, ora, Pochettino dovrà accontentarsi dell'ex Bayern Bernat o del mai domo Kurzawa, con la possibilità tattica di vedere Kimpembe slittato a sinistra per liberare poi Hakimi a destra. Ma nell'11 da dream team, ecco, se si vuole cercare il pelo nell'uovo, gli indizi attirano gli occhi lì sulla corsia alla sinistra di Donnarumma.
Donnarumma per blindare la porta, Sergio Ramos per dare solidità e personalità, Hakimi per volare, Wijnaldum come chiave tattica, Messi come... Messi. E' il Psg, sembrano gli Avengers. Una squadra di superero... ehm, di top player, costruita per vincere la Champions League e per fare la storia. La carta canta, ma il campo parla e spiega decisamente meglio: è lui il giudice supremo, l'unico che può indicare la via. Non sempre la più forte ha vinto. Ma quasi mai così tanti forti si sono ritrovati nello stesso spogliatoio con la stessa maglia indosso e con il medesimo risultato: conquistare. In ogni caso sarà storia: in negativo o positivo... Non resta che vedere cosa succederà, ascoltando quello che ci dirà il campo.