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    Da Depay a Osimhen, perché comprare in Francia può essere un affare

    Da Depay a Osimhen, perché comprare in Francia può essere un affare

    • Federico Zanon
    Chiuso per coronavirus, fino a settembre. Il Governo francese ha deciso, niente calcio fino a fine estate, tutti i campionati finiscono qui, compresa la Ligue 1. Nei prossimi giorni saranno prese le decisioni sul fronte titolo, (che potrebbe non essere assegnato nonostante i 12 punti di vantaggio del Paris Saint-Germain sul Marsiglia), Europa ed eventuale retrocessioni, se dovesse contare l'ultima classifica, Psg e OM giocherebbero la prossima Champions League, il Rennes i preliminari, il Lille l'Europa League. Ma resta in piedi l'ipotesi di considerare il criterio "meriti sportivi" (del quale è sostenitore il Lione) per decidere i nomi delle squadre che rappresenteranno la Francia nelle competizioni Uefa della prossima stagione.

    SITUAZIONE DISASTROSA  - Dubbi, che troveranno presto risposte. La scelta del primo ministro Edouard Philippe di chiudere e quindi di non far giocare il resto della stagione è stata presa per salvaguardare la salute del popolo francese e del sistema sanitario nazionale, ma rischia di essere, per alcuni club, un bagno di sangue. Oltre ai mancati introiti commerciali, di merchandising e legati alla vendita di biglietti, le squadre potrebbero essere costrette a rinunciare alle entrate dei diritti tv, spesso necessarie per la sopravvivenza. Senza partite da trasmettere, infatti, Canal + e BeIN Sports non sono disposte a pagare le rate restanti.

    SVALUTAZIONE - Uno scenario che qualcuno in Francia considera apocalittico, che di certo influirà sulle scelte future, anche di mercato. Molti club potrebbero essere costretti a vendere i loro talenti, a cifre inferiori rispetto a quelle di qualche mese fa. E' il caso del Lille per Osimhen e Celik, entrambi con offerte anche in Italia, e del Lione per Aouar e Depay, accostati a Juvenus, Milan, Lazio e Roma. Soprattutto l'OL non è in una posizione di forza: attualmente è senza Europa, impossibile pensare di mantenere una stabilità economica senza cessioni remunerative.

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