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Da Davids a Guardiola e le accuse di Zeman alla 'farmacia d'Italia': vi ricordate il caso nandrolone?
E allora: che cos’è il nandrolone? Un anabolizzante che mima il testosterone e rappresenta un cocktail funzionale per un calciatore, perché va a incidere sui muscoli e sul sistema neuropsichico. Tra le conseguenze anche l’euforia, il benessere e una accentuata disponibilità all’allenamento. Insomma: doping. Ma anche no.
Infatti la FIFA in quei mesi eliminò il nandrolone dagli elenchi delle sostanze vietate, mentre la nostra FIGC continuava a considerarlo doping. I calciatori si difesero dicendo che - bevendo integratori - non sapevano cosa stavano assumendo. Sergio Campana, presidente dell'Assocalciatori, spiegò che "Con certi integratori si recuperano tre mesi di lavoro in palestra". Il farmaco incriminato era il Decadurabolin, normalmente usato per l’osteoporosi e contenente nandrolone: alcuni atleti ne ammisero l'uso.
Gabriel Batistuta invitò i colleghi ad evitare gli integratori. Gianluca Pessotto confessò che «noi calciatori viviamo nel terrore, ci fidiamo a bere solo acqua minerale». Il procuratore di Torino. Raffaele Guariniello aprì un'inchiesta. El Pais titolò «Serie A - La Grande Farmacia Italiana». Tre anni prima Zdenek Zeman aveva «scoperchiato» le farmacie d'Italia. Disse il Boemo: «Visto? Dicevano che ero matto, forse invece avevo ragione». C'era la diffusa sensazione che gli anabolizzanti non risultavano mai nelle urine dei calciatori perché - semplicemente - nessuno li cercava. Edgar Davids - trovato positivo dopo la partita del 4 marzo 2001 contro l’Udinese - urlò la sua innocenza: "Ho un corpo solo, è la casa della mia anima e ci tengo. Non ho mai usato sostanze dopanti in vita mia".
In più di uno stadio - quando giocava la Juve - apparve questo striscione: "Effetto Ventrone, prima la creatina e dopo il nandrolone". Ci si scherzava anche su, ovviamente. A Quelli che il Calcio - condotto da Fabio Fazio - l’inviato Gene Gnocchi apparve impregnato di nandrolone, con le orecchie giganti, il naso a proboscide e una lunga coda nera. Se ne parlò fino all'estate, le squalifiche furono tutto sommato lievi (i calciatori temevano punizioni ben peggiori), qualche medico si assunse la colpa e finì lì. Anzi no.
Due anni dopo - sempre per nandrolone - vennero trovati positivi Guardiola (Brescia) e Stam (Lazio): quattro mesi di squalifica, ma un paio d'anni dopo prosciolti dall’accusa perché si scoprì che il nandrolone veniva prodotto naturalmente dall'organismo. Fine della storia. E vissero tutti felici e contenti.